Allergie alimentari, importante ricerca della Federico II pubblicata su Nature Medicine.

Individuate le specie batteriche in grado di favorire la comparsa della malattia o di proteggere il bambino dall’insorgenza di allergia alimentare. È questo il risultato del lavoro di ricerca, finanziata dal Ministero della Salute italiano e dal National Institute of Allergy and Infectious Diseases USA, che vede protagonista l’Università degli Studi di Napoli Federico II.

Il team del Professore Roberto Berni Canani, responsabile del Programma di Allergologia Pediatrica del Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali dell’Ateneo federiciano e direttore del Laboratorio di Immunonutrizione del CEINGE, centro di ricerca di eccellenza della Federico II, è coinvolto da tempo nello studio delle cause dell’allergia alimentare e sulla definizione di nuove strategie per la prevenzione e la terapia di queste condizioni.

Negli ultimi anni il team di ricerca del Professore Berni Canani, anche in collaborazione con il Professore Danilo Ercolini, responsabile della Task Force dell’Ateneo federiciano per gli studi sul microbioma, e la Professoressa Cathryn Nagler, dell’Università di Chicago, ha identificato differenze significative nella composizione del microbiota intestinale (i milioni di batteri che colonizzano il nostro intestino) in bambini affetti da allergia alimentare.

I risultati di questi studi suggerivano un possibile ruolo del microbiota intestinale nella patogenesi dell’allergia alimentare, ma erano necessarie ulteriori evidenze sul ruolo dei batteri che colonizzano il nostro intestino nell’indurre la malattia. Inoltre, non era chiaro se le alterazioni del microbiota intestinale potessero essere la causa o la conseguenza dell’infiammazione allergica. Per risolvere questo enigma, i team di ricerca del Professore Berni Canani e della Professoressa Nagler hanno creato un modello originale basato su animali totalmente privi di microbiota intestinale. Il microbiota intestinale di bambini con allergia alimentare o di bambini sani è stato trapiantato in questi animali.

I ricercatori hanno osservato che gli animali sottoposti a trapianto di microbiota da soggetti sani erano protetti dall’allergia alimentare, mentre gli animali il cui intestino era stato colonizzato dal microbiota di pazienti con allergia alimentare presentavano numerose anomalie dell’epitelio intestinale e del sistema immunitario e manifestavano gravi sintomi di allergia alimentare. Sono state individuate precisamente le specie batteriche in grado di favorire la comparsa della malattia o di proteggere il bambino dall’insorgenza di allergia alimentare. I risultati di questa importante ricerca, sono stati pubblicati sull’ultimo numero della prestigiosa rivista Nature Medicine.

Nell’ultima decade si è assistito ad un drammatico aumento della prevalenza e della severità delle manifestazioni cliniche di queste condizioni, con conseguente aumento di ricoveri ospedalieri, visite mediche, uso di farmaci, ed un considerevole aumento dei costi per le famiglie ed il Sistema Sanitario Nazionale. Attualmente, in Europa circa 17 milioni di persone soffrono di allergia alimentare con una maggiore incidenza nei bambini rispetto agli adulti. Ne soffrono tre milioni di italiani, una cifra quasi raddoppiata nel giro dell’ultimo decennio. Nello stesso periodo di tempo il numero di bambini che hanno richiesto un accesso in Pronto Soccorso per reazioni allergiche gravi indotte da alimenti è aumentato del 500%.

“I risultati dello studio permettono di stabilire una relazione causale tra microbiota intestinale e allergia alimentare”, afferma la Professoressa Cathryn Nagler dell’Università di Chicago.

“Sono molto soddisfatto per i risultati ottenuti e ringrazio di cuore le mie collaboratrici Rita Nocerino e Lorella Paparo e tutti gli altri membri del team di ricerca per il grande lavoro di questi anni. I risultati forniscono la prova definitiva sul ruolo fondamentale svolto dal microbiota intestinale nel determinare l’insorgenza dell’allergia alimentare e supportano l’importanza di interventi in grado di modulare le comunità batteriche presenti nel nostro intestino per combattere le allergie alimentari”, afferma il Professore Berni Canani -“Questi dati stanno aprendo la strada ad interventi innovativi per la prevenzione e il trattamento delle allergie alimentari che sono in fase di sviluppo presso il nostro Ateneo”.

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