Post pandemia: come sarà studiare all’estero?

Per uno studente che decide di proseguire gli studi all’estero in questo nuovo periodo storico, a seguito della pandemia da Covid-19, sono molte le informazioni da conoscere per l’anno accademico 2022/23. La maggior parte delle università nel mondo stanno programmando il ritorno alla didattica in aula, ma indicano dei requisiti necessari per accedere alle lezioni: infatti oltre alla richiesta del green pass, in alcune strutture l’utilizzo della mascherina è ancora obbligatorio in tutti gli spazi comuni.

Grazie all’expertise internazionale di Elab Education Laboratory – società di consulenza che aiuta i ragazzi a scegliere l’università all’estero più adatta alle loro esigenze e a presentare le domande di ammissione – è possibile rimanere informati sulle nuove regole vigenti e i documenti necessari per frequentare in presenza o da remoto le lezioni universitarie degli atenei esteri più gettonati dagli studenti italiani in Olanda, Gran Bretagna e Stati Uniti.

Da fine febbraio, nella maggior parte delle università dei Paesi Bassi, non è più necessario indossare la mascherina all’interno del campus o negli edifici adibiti alla didattica. Le lezioni con più studenti, così come le sessioni di laurea, le conferenze e i seminari possono avere quindi luogo in presenza senza l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale.

 

In Gran Bretagna è prevista una modalità didattica ibrida: la maggior parte degli atenei offre un’istruzione a tempo pieno in aula ma con la possibilità di seguire le lezioni anche da remoto. Seppur la vaccinazione non è obbligatoria, le istituzioni incoraggiano gli studenti ad effettuare il ciclo vaccinale completo. L’uso della mascherina è ancora una regola vigente in molte università soprattutto nei luoghi chiusi.

 

Negli Stati Uniti la situazione è differente, infatti le lezioni accademiche proseguono a distanza nella maggior parte del Paese. Gli atenei americani continuano a scoraggiare assembramenti in grandi gruppi e richiedono una autocertificazione che attesti l’assenza di sintomi legati al Covid-19 al ritorno da un viaggio. Inoltre nella zona universitaria si effettuano anche test delle acque di scarico per verificare la presenza del virus.

Modalità d’esame e domande di ammissione

 

La pandemia ha costretto le università a introdurre nuove forme di svolgimento degli esami. Nel Regno Unito c’è un’enfasi sul ritorno ai test in presenza tuttavia, per le persone temporaneamente indisposte rimane la possibilità di sostenere l’esame in una data successiva.

Negli Stati Uniti, gli esami possono essere svolti in presenza o a distanza, in orari scelti dallo studente in modo da agevolare coloro che vivono in fusi orari diversi.

Per quanto riguarda l’iscrizione, le università nei Paesi Bassi e in UK hanno reso possibile la candidatura online senza la necessaria presenza in loco del candidato e anche gli USA hanno notevolmente semplificato le procedure.

 

“Cambiare l’intero processo di iscrizione può essere un grande aiuto per gli italiani che vogliono studiare all’estero. Finora, nella maggior parte delle università europee, i candidati dovevano presentarsi fisicamente, per esempio per un colloquio o per i test di selezione. Ad oggi l’intero processo di ammissione può essere effettuato da remoto” – spiega Corinne Ramogida di Elab Education Laboratory.

 

Poiché la situazione epidemiologica cambia di settimana in settimana, gli esperti di Elab Education Laboratory consigliano di controllare costantemente le regole vigenti di ogni singolo ateneo, sul sito ufficiale dell’università scelta.

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