Prima Lezione al buio in un Ateneo italiano giovedì 16 all’Orientale.

Si terrà giovedì 16 dicembre alle ore 11 presso la sede dell’Orientale di Palazzo Giusso in largo San Giovanni Maggiore la prima lezione al buio, mai tenuta in un Ateneo italiano, nell’ambito del corso in Economia e Gestione delle Imprese internazionali tenuto da Fabiana Sciarelli.

La lezione al buio, attraverso un gioco di scambio delle parti, vuole mostrare a tutti come funziona l’apprendimento per un non vedente oggi, quali sono i limiti del nostro sistema, quali sono le logiche di insegnamento e soprattutto quale è la transizione necessaria da compiere per raggiungere un reale sviluppo inclusivo del territorio.

Gli studenti saranno condotti in uno spazio completamente buio, aiutati dai non vedenti, si accomoderanno su una sedia e fruiranno di un momento di apprendimento. Al termine del laboratorio verrà chiesto ai partecipanti di rispondere a delle semplici domande sul docente, sullo spazio, su ciò che hanno ascoltato e infine di commentare l’esperienza. I risultati diventeranno poi materiale di studio per le università e le scuole.

La particolarità della lezione è, quindi, lo scambio dei ruoli in un’ottica di reciprocità tra i vedenti e non vedenti, invertendo completamente i ruoli per un paio di ore, durante le quali i ciechi vedranno ed i vedenti no. I non vedenti, infatti, saranno gli unici in grado di muoversi in quello spazio, di comprenderne il funzionamento e di essere d’aiuto ai vedenti per fruire di un servizio a loro in parte inaccessibile.

Mettendosi nei panni di uno studente cieco i partecipanti non solo arricchiranno il loro bagaglio culturale, ma anche la loro sensibilità al tema e la capacità globale di intervenire sul problema permettendo una transizione reale verso lo sviluppo attraverso l’approfondimento del concetto di istruzione inclusiva, comprendendo le potenzialità reali a cui oggi la società rinuncia.

Come prescrive la Costituzione nell’art. 3 tutti i cittadini hanno pari dignità sociale.

Perché questo sia reale nel diritto allo studio però non si può ragionare in un’ottica di uguaglianza ma è necessario ragionare in un’ottica di equità ed inclusione. Tutti i cittadini, quindi, devono ricevere gli aiuti necessari per raggiungere le stesse possibilità di formazione. In questo modo quei cittadini che apparentemente sono un peso per la società possono non solo non essere relegati alle professioni di massa, come il centralinismo e la massoterapia per i non vedenti, ma divenire delle vere e proprie risorse per la società tutta.