Stefania Rocca chiude Scenari Casamarciano domenica 15.

L’atto finale di “Scenari Casamarciano 2019” è affidato a un testo ambizioso e di grande attualità. Domenica 15 settembre alle ore 21,00 nel complesso badiale di Santa Maria del Plesco va in scena Preghiera in mare, suite di musiche e teatro con Stefania Rocca e Raffaele Casarano (sassofono) e Mirko Signorile (pianoforte).

Dopo dieci giorni di mostre, incontri, musica colta e pop, e soprattutto teatro di qualità, la rassegna diretta da Giulio Baffi – e fortemente voluta dal Comune di Casamarciano – affida la sua conclusione a uno spettacolo basato sulla memoria del cuore e sullo stupore dei tre protagonisti che sul palco, ogni volta, lo rendono  con magia, ricreando l’emozione e la meraviglia legate a queste schegge di cultura.

Preghiera di mare è un racconto delicato ed emozionale che non si limita soltanto a trasmettere e a mettere in scena passaggi e scritti più o meno noti, quanto a stimolare la conoscenza e la curiosità del pubblico, cantando, suonando e, attraverso la musica, cambiando il ritmo delle parole. C’è un filo rosso che riunisce parola, musica, letteratura, cinema e restituisce passione, vita.

E’ uno spettacolo essenziale: un palcoscenico spoglio, una sedia, un leggio, microfoni, pianoforte, sassofoni e alcune proiezioni alle spalle. Non è teatro, ma è anche teatro; non è un concerto, ma è anche un concerto, un luogo dove vengono fuori voci, musica e parole, senza sovrapposizioni ma in completa compenetrazione.

I testi attorno ai quali lo spettacolo evolve sono diversi (compreso il libro “Da questa parte del mare” di Gian Maria Testa) e tutti riguardanti il tema dei migranti e della libertà dell’uomo, con un particolare sguardo alla situazione femminile.

“Quando a scuola mi raccontavano le trame dei romanzi – dice Stefania Rocca -, rigorosamente piombavo in un sonno profondo dopo non più di cinque minuti. Qui non è così, qui c’è musica, letteratura, canzoni, immagini, senza tutta la muffa scolastica o intellettuale che si porta addosso”.

Come scrive Erri De Luca nella prefazione al libro di Testa, “apparteniamo al vasto meridione del mondo, eravamo fatti per incontrarci in qualche piazza affollata e forse ci eravamo già sfiorati in qualche baraonda. Su tuo invito sono salito sulle tavole rialzate di un palco, chiamando con noi il nostro cavaliere preferito, il sobbalzato, lo scaraventato, il disarcionato Chisciotte”.