Camorra, GdF sequestra beni per oltre 30 milioni a 2 imprenditori di Marcianise.

Un momento delle operazioni della Guardia di Finanza di Rimini che ha scoperto gli affari del clan Abate di San Giorgio a Cremano in diverse attività ricettive riminesi. I finanzieri della Sezione Mobile del Nucleo di Polizia Tributaria di Rimini e i poliziotti della Divisione Polizia Anticrimine-Ufficio Criminalità della Questura di Rimini, attraverso una congiunta attività di intelligence, hanno individuato una serie di soggetti a rischio di infiltrazione criminale nel tessuto economico riminese, ottenendo il sequestro d'urgenza di un hotel e della sua dipendenza, di un immobile a Monte Colombo (Rimini), di un'azienda che opera nel settore alimentare a Riccione e di cinque aziende del settore turistico alberghiero, costituite per gestire altrettanti hotel tra Rimini e Riccione. Il tutto per un valore che supera i due milioni e mezzo di euro, Roma, 8 maggio 2014. ANSA/UFFICIO STAMPA GUARDIA DI FINANZA ++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY ++

Erano definiti le “spie per il pizzo” perché attraverso le loro aziende raccoglievano i soldi da versare a titolo di estorsione al clan Belforte di Marcianise (Caserta), ed in più organizzavano incontri tra gli imprenditori estorti e gli appartenenti alla cosca.

È quanto emerso a carico di due fratelli imprenditori operanti nei settori del cemento e della ristorazione del casertano, per i quali sono scattati sequestri di beni per oltre 30 milioni di euro tra case di lusso sulla Costiera amalfitana e auto come Ferrari e Porsche, e la sottoposizione delle loro aziende all’amministrazione giudiziaria.

I provvedimenti sono stati emessi dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – sezione misure di prevenzione – e sono stati eseguiti dalla Polizia di Stato (Divisione Anticrimine della Questura di Caserta) in collaborazione con il personale della Dia e della Guardia di Finanza di Caserta; a proporli il Direttore della Direzione Investigativa Antimafia e il Questore di Caserta.

Era stata la Polizia di Stato – Squadra Mobile della Questura di Caserta – ad indagare sui due fratelli nel 2014 e a scoprire la contiguità dei due imprenditori al clan Belforte di Marcianise; uno dei due è stato poi condannato sia in primo grado che in appello con sentenza diventata definitiva nel 2018 a 5 anni e 5 mesi di carcere. Sull’indagine della Polizia di Stato si è poi innestata l’inchiesta di natura economico-finanziaria sul patrimonio dei due fratelli, cui hanno preso parte Dia e Guardia di Finanza. (ANSA).