Carenza igienico-sanitarie Nas e Asl chiudono Pizzeria Brandi. Il titolare: misura eccessiva.

Una pizza della Antica Pizzeria Brandi in piazza del Plebiscito per festeggiare l'iscrizione dell'"Arte dei Pizzaiuoli napoletani" nella lista del patrimonio culturale immateriale dell'umanità dell'Unesco, Napoli, 7 dicembre 2017. ANSA/ CIRO FUSCO

E’ un locale censito da tutte le guide turistiche su Napoli, frequentato da vip e buongustai di ogni nazionalità.

Qui, secondo la tradizione, nel 1889 fu inventata la pizza Margherita, come ricorda una targa all’interno del locale.

Eppure da oggi l’Antica Pizzeria Brandi, nel cuore del salotto buono di Chiaia, è chiusa: i Nas e la Asl hanno decretato lo stop per carenze igienico-sanitarie, dopo un’ispezione che ha riscontrato come non fossero state adempiute tutte le prescrizioni frutto di un precedente controllo due mesi fa.

Il locale – che vanta anche il titolo di “più antica pizzeria del mondo”, aperta nel 1760 – avvisa i propri clienti con uno stringato avviso multilingue sui social (tradotto anche in arabo e cinese) comunicando il fermo almeno fino a venerdì per “manutenzione straordinaria”. Prenotazioni annullate, avventori increduli fuori del locale. Gli habitué manifestano solidarietà al personale e al titolare, Eduardo Pagnani. Partono subito i lavori per mettersi in regola con le indicazioni dell’autorità sanitaria.

Pagnani annuncia un comunicato del suo legale e confida in una riapertura in tempi molto rapidi, forse già nel prossimo weekend. I suoi collaboratori minimizzano l’entità dei rilievi: si tratterebbe di un’infiltrazione d’acqua in un locale, di alcune mattonelle rotte e della mancata messa a norma del bidone per la raccolta del vetro. Si vedrà: intanto la notizia della chiusura mette a rumore la Napoli della gastronomia e del turismo, ancora affollata di visitatori grazie all’inedito clima estivo di ottobre.

“Il provvedimento non colpisce solo Brandi, ma la storia della Margherita e di un intero sistema che gira intorno alla pizza e che è reduce da tre anni di sofferenza, prima per la pandemia e poi per il caro bollette”, riflette Antonio Pace, presidente dell’Associazione Verace Pizza Napoletana. “Non conosco nel merito le inadempienze contestate – dice Pace – ma mi sembra una misura severa. Penso che si potesse essere meno energici e concedere un po’ di tempo in più per mettersi in regola”. Il presidente dell’associazione teme il danno di immagine per tutta la categoria: “Si tratta di un provvedimento che farà il giro del mondo. Non avrebbe fatto notizia se avesse riguardato un locale qualunque, ma qui siamo di fronte alla storia della pizza che ha in Brandi un testimonial d’eccezione. Nelle prossime settimane sono atteso in Canada e Giappone e non mi meraviglierei se il clamore fosse arrivato anche laggiù…”. (ANSA)

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