La seconda Corte di Assise di Napoli (presidente Cristiano) ha assolto, per non avere commesso il fatto, Marianna Fabozzi, madre di Antonio Giglio, il bimbo di 4 anni precipitato dalla finestra di un’abitazione del Parco Iacp di Caivano (Napoli), il 28 aprile 2013.
Insieme con la Fabozzi, che era accusata di omicidio volontario, era imputato a questo processo anche l’ex compagno della donna, Raimondo Caputo, anche lui assolto, ma dall’accusa di favoreggiamento.
Fabozzi e Caputo sono stati già condannati, in via definitiva, per la morte della piccola Fortuna Loffredo, la bimba violentata e lanciata nel vuoto, nello stesso complesso residenziale, il 24 giugno 2014, un anno e due mesi dopo la morte di Antonio.
Ad accusare la Fabozzi dell’omicidio di suo figlio fu la sorella di Raimondo Caputo che, ai carabinieri, riferì di averla vista compiere l’insano gesto attraverso uno degli specchi che c’erano nel corridoio di casa dell’imputata. Caputo prima smentì che la sorella si trovasse in casa quel tragico giorno e poi, il 9 giugno 2016, durante un interrogatorio reso mentre era detenuto nel carcere di Napoli Poggioreale (nell’ambito del procedimento giudiziario sulla morte di Fortuna, ndr) tornò sui suoi passi circa la presenza della sorella in casa. Per questo motivo gli è stato contestato il reato di favoreggiamento. Secondo Marianna Fabozzi, Antonio cadde dopo essersi sporto dalla finestra per vedere un elicottero. Circostanza sulla quale ha cercato di fare luce l’avvocato Sergio Pisani, legale di Gennaro Giglio, padre del piccolo Antonio, il quale chiese l’accertamento al giudice che invece si pronunciò contro questa istanza. (ANSA).