Commissione europea: per l’Italia 2 anni di crescita all’orizzonte.

evid_0511La Commissione europea ha diffuso oggi le proprie previsioni autunnali sull’andamento dell’economia nell’Unione europea, nell’area euro e nei singoli Stati membri.

L’economia crescerà nel 2016 e nel 2017
Per la Commissione l’economia italiana crescerà nel 2015 dello 0,9% sul 2014, in linea con le stime del Governo. La crescita nel 2016 è stimata in 1,5% (un decimo di punto percentuale in meno delle stime del Governo). Nel rapporto della Commissione si legge che “Nel 2016, il PIL reale è atteso in crescita dell’1,5% sostenuto dalla domanda interna. Bassa inflazione, crescita dell’occupazione e tagli di tasse dovrebbero sostenere il reddito disponibile e quindi i consumi privati.” Inoltre la Commissione ritiene che il settore delle costruzioni possa registrare una ripresa graduale mentre “gli investimenti in nuovi macchinari dovrebbero migliorare con il rafforzamento della domanda, la diminuzione delle scorte e l’aumento dei margini di profitto.” Il quadro delineato dalla Commissione prevede la normalizzazione delle condizioni del credito nel 2016 grazie alla politica monetaria e alla canalizzazione dei flussi finanziari verso imprese più produttive. L’economia è prevista in espansione anche nel 2017 (+1,4%), con una crescita delle importazioni e degli investimenti.

Aumenta il numero delle persone che lavorano
Anche per l’occupazione le stime sono positive grazie alle politiche del Governo: “La decontribuzione di tre anni per le nuove assunzioni a tempo indeterminato nel 2015 ha sostenuto l’incremento del numero di occupati registrato nella prima parte dell’anno. L’aumento dell’occupazione dovrebbe continuare anche per il resto del 2015”. Il Governo ha prolungato la politica di decontribuzione anche nel 2016, sebbene nella misura parziale del 40%, quindi per la Commissione grazie al consolidamento della ripresa “l’occupazione è attesa in miglioramento anche nel 2016 e nel 2017”, mentre i lavoratori “in precedenza scoraggiati adesso si uniranno alla forza lavoro”.

Un 2015 virtuoso grazie alla spending review
In linea con le stime del Governo, per la Commissione “nel 2015 il deficit è proiettato in calo al 2,6% del PIL (dal 3% del 2014), sostenuto da una ulteriore contrazione nella spesa per interessi e un avanzo primario marginalmente più alto grazie alla crescita economica”. La Commissione riconosce che in Italia i conti sono sotto controllo, in quanto “la spesa primaria è prevista in aumento per meno dell’1% sull’anno precedente in termini nominali, grazie ai tagli di spesa decisi con la legge di stabilità 2015”. I tagli di spesa hanno consentito di finanziare il bonus Irpef ai lavoratori con redditi bassi, l’estensione degli ammortizzatori sociali e le nuove assunzioni nella scuola.

La pressione fiscale diminuisce e gli investimenti pubblici non sono più in calo
Nel rapporto della Commissione si legge ancora che nel 2016 “gli investimenti pubblici si stabilizzano dopo cinque anni di contrazione significativa” e che “la pressione fiscale è in diminuzione di circa 1 punto percentuale di PIL rispetto al 2015”.

Deficit e debito in riduzione
Già previsto in riduzione nel 2016, secondo la Commissione il deficit sarà in calo anche nel 2017 a 1,6% del PIL, mentre “il rapporto debito/PIL è stimato in diminuzione nel 2016 e nel 2017, grazie alla crescita nominale più alta e all’avanzo primario”.

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