Evasione fiscale, GdF sequestra beni per 10 milioni ed arresta 3 persone.

Questa mattina, nell`ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli
Nord, i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Caserta hanno dato
esecuzione ad un prowedimento di misura cautelare degli arresti domiciliari – emesso dal
G.l.P. del Tribunale di Napoli Nord – nei confronti di 3 soggetti (rispettivamente di anni 44,
42 e 36) imprenditori di aziende site in provincia di Latina e Salerno, per il delitto di frode
fiscale correlata al contrabbando di prodotti alcoolici nonché del sequestro per equivalente
di beni immobili, mobili registrati e rapporti finanziari per un valore stimabile in circa 10
milioni di euro.

ll provvedimento cautelare rappresenta l’epilogo di una complessa indagine svolta dalla
Sezione Tutela Entrate del Nucleo di Polizia Tributaria di Caserta, avviata a seguito di una
verifica fiscale effettuata nei confronti di una società con deposito commerciale di alcool e
luogo di esercizio in Sant’Arpino (CE).

Dall’attività investigativa è emerso un grave quadro indiziario concernente un articolato
sistema fraudolento per commercializzare – a decorrere dal giugno 2013 – prodotti alcoolici
provenienti da Stati dell’Unione Europea e destinati al mercato italiano, in evasione
dell’l.V.A. e delle accise (imposte indirette sulla produzione e sul consumo) nel quale sono
risultati implicati 12 tra rappresentanti legali e di fatto di imprese con sede in Abruzzo,
Campania, Lazio e Puglia.

In sintesi, il fraudolento meccanismo commerciale prevedeva la costituzione di un`impresa
italiana intestataria di un deposito fiscale, tenuta in vita per un breve arco temporale o,
comunque, per il tempo strettamente necessario al rilascio, da parte della competente
Autorità doganale, della licenza fiscale ad operare in sospensione di imposta e a redigere
Documenti di Accompagnamento Semplificati (D.A.S.), da utilizzare per attestare
falsamente l’assolvimento dell’accisa sui prodotti ceduti ai depositi commerciali.

Una volta ottenuta la predetta licenza, il deposito fiscale diveniva sostanzialmente inattivo,
salvo emettere – solo formalmente – fatture e documenti di trasporto accompagnatori
relativi a prodotti alcolici provenienti da imprese site in Belgio, Bulgaria, Francia, Gran
Bretagna, Irlanda, Olanda, Polonia e Romania che venivano destinati – senza di fatto mai
transitare per la struttura dello stesso deposito fiscale – ai depositi commerciali che, a loro
volta, prowedevano alla loro immissione in commercio.
Tale meccanismo illecito consentiva di occultare la reale provenienza del prodotto alcolico
proveniente dall’estero, di accollare formalmente ai depositi flscali fittizi il debito d’imposta
che, di fatto, non veniva mai assolto e ai depositi commerciali di ottenere le forniture di
prodotti a un costo nettamente inferiore rispetto a quello di mercato. ln tal modo i soggetti
coinvolti nel sistema fraudolento potevano offrire la vendita di alcool a imprenditori del
settore in grosse quantità senza pagare le relative imposte. Questi ultimi, a loro volta,
acquistando il prodotto con un risparmio notevole, potevano commercializzarlo a un
prezzo estremamente competitivo a discapito degli imprenditori onesti che, invece, si
riforniscono da depositi fiscali che assolvono puntualmente le imposte gravanti sull’alcool.
La ricostruzione delle operazioni contabili illecite è stata resa difficoltosa dall’illecito
comportamento di alcuni indagati che, oltre a non presentare le prescritte dichiarazioni
fiscali risultando “evasori totali”, hanno anche occultato elo distrutto la documentazione amministrativo-contabile delle rispettive aziende, creando notevoli ostacoli alle attività
ispettive.

Tuttavia, le Fiamme Gialle casertane – attraverso analitici controlli effettuati sul territorio
nonché mirate indagini finanziarie – sono, comunque, riuscite a ricostruire il sistema di
frode che ha originato un’evasione fiscale per oltre 10 milioni di euro per la vendita di oltre
1 milione di litri di alcool di contrabbando, rendendo definitivamente inoperativi i depositi
fiscali gestiti dalle aziende coinvolte che avevano continuato a commercializzare di fatto i
prodotti alcoolici anche all’indomani del ritiro della prescritta licenza fiscale.
Alle persone fisiche, a vario titolo coinvolte, sono stati contestati i reati di dichiarazione
fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni soggettivamente
inesistenti, di omessa dichiarazione, di emissione di fatture o altri documenti per
operazioni soggettivamente inesistenti, di occultamento o distruzione di documenti
contabili e di sottrazione all’accertamento e al pagamento dell’accisa sull’alcole e sulle
bevande alcoliche.