Furto di identità, un pericolo silenzioso e diffuso

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Quando Maria si è accorta che il suo conto bancario era stato svuotato, non riusciva a spiegarsi come fosse successo. Nessuna carta di credito rubata, nessuna transazione sospetta sul cellulare. Maria è una delle tante vittime di furto di identità, un fenomeno sempre più diffuso nell’era digitale.

«Il furto di identità può assumere molte forme –  spiega Valentina Monda, CEO di VJLab srl, un’azienda specializzata in sicurezza informatica nata con l’obiettivo di contrastare le minacce digitali attraverso soluzioni innovative. Non si tratta solo di perdere il proprio documento fisico ma anche della violazione dei dati personali online, come le credenziali bancarie, i profili social o l’accesso alla propria email.»

I tipi di furto di identità sono diversi e sempre più sofisticati. Essi comprendono l’accesso abusivo ai sistemi informatici, il furto delle credenziali bancarie o la compromissione dello SPID, sempre più utilizzato per operazioni sensibili. Anche un semplice accesso alla casella email può rappresentare una grave violazione. Spesso le email contengono informazioni chiave per il recupero delle password e l’accesso a vari servizi.

Ma cosa fare se ci si accorge di essere vittime di un furto di identità? «Il primo passo da compiere è rivolgersi alle forze dell’ordine, in particolare alla Polizia Postale. Se la vittima si avvale di uno studio legale e di esperti di informatica forense, come VJLab, questi professionisti possono redigere un verbale tecnico che accompagna la denuncia presentata dall’avvocato. Tale documento aiuta il magistrato a orientarsi nelle indagini, includendo informazioni tecniche fondamentali per il caso».

Le informazioni contenute nel verbale possono rivelarsi cruciali, specialmente se il furto d’identità riguarda un accesso abusivo ai sistemi informatici, come account social, email o profili bancari. Un tecnico specializzato può ricostruire la dinamica dell’attacco, facilitando il recupero dell’account e aumentando le probabilità di individuare il responsabile. Agire tempestivamente è essenziale. Le tracce informatiche possono andare perse con il passare del tempo e il rischio è che la denuncia venga archiviata senza ulteriori sviluppi.

Per evitare di trovarsi in queste situazioni, la prevenzione è la chiave. «Esistono diverse misure di sicurezza che tutti dovremmo adottare – sottolinea Monda. L’autenticazione a due fattori è essenziale per proteggere gli account più sensibili. Bisogna utilizzare password complesse, cambiarle ogni tre settimane e non riutilizzarle per più servizi. Anche l’uso di software antivirus aggiornati e il monitoraggio costante delle proprie attività online possono fare la differenza».

 

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