Gestione rifiuti, sequestrati beni per 4 milioni ad imprenditore vicino ai casalesi.

Un fermo immagine tratto da un video della Dia di Caltanissetta, 29 giugno 2022: La Direzione investigativa antimafia ha eseguito un provvedimento di sequestro di beni, per un valore di 2 milioni di euro, emesso dal Tribunale di Caltanissetta, sezione misure di prevenzione, nei confronti di un imprenditore 45enne di Gela, Claudio Domicoli, condannato per associazione mafiosa, estorsione, usura, evasione, detenzione illecita di stupefacenti e detenzione illegale di armi. "L'uomo, attualmente imputato per trasferimento fraudolento di valori, falso e truffa nonché indagato per bancarotta fraudolenta - come si legge nella nota della Dia di Caltanissetta - ha mantenuto negli anni una pericolosità sociale perseguendo e continuando il proprio disegno criminoso, consistito nella gestione di fatto di due aziende a lui riconducibili anche successivamente all'applicazione di una misura cautelare personale". Oggetto del provvedimento sono l'intero capitale sociale ed il complesso aziendale dei beni di due società di Gela operanti nel settore del commercio all'ingrosso di frutta ed ortaggi, due motocicli ed alcuni rapporti bancari direttamente intestati all'imprenditore e a suoi familiari per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro. ANSA/CARABINIERI DIA EDITORIAL USE ONLY NO SALES

Due società, 21 immobili tra Caserta, Napoli e Latina (6 terreni e 15 fabbricati), tra cui una villa in Sperlonga (Latina), 15 rapporti finanziari e due autovetture, per complessivi 4 milioni di euro, sono stati sequestrati dalla DIA di Napoli a un imprenditore del settore dei rifiuti e dell’edilizia che opera tra le provincie di Napoli e Caserta.

A capo di un gruppo imprenditoriale più ampio, il destinatario del sequestro aveva assunto una posizione dominante nel settore, grazie al rapporto privilegiato intessuto con i fratelli Michele e Pasquale Zagaria, boss del clan dei Casalesi, come documentato dalle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che hanno condotto alla sua condanna, nel 2021, in primo grado, ad opera del Tribunale di S. Maria Capua Vetere alla pena di anni 7 di reclusione, per concorso esterno in associazione mafiosa.

Le indagini hanno consentito di ricostruire una parte significativa delle vicende attinenti all’emergenza rifiuti in Campania e all’intervento di imprese mafiose nel settore del trasporto, della costruzione di discariche, della predisposizione delle piazzole per la stiva delle ecoballe, e per la gestione dei rifiuti nei Cdr.

“Nel tempo, – spiega una nota della DIA – il gruppo imprenditoriale facente riferimento al destinatario del decreto di sequestro ha garantito ai clan camorristici un’immagine di apparente legalità dell’imprenditoria del settore dei rifiuti e dell’edilizia, ottenendo una crescita esponenziale dei fatturati e dei mezzi tale da giustificare l’ingresso nei grandi appalti pubblici, ponendosi come stabile intermediario tra l’organizzazione camorristica e soggetti pubblici”. (ANSA).

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