“Tullio e Giuseppe sicuramente erano due persone che avevano voglia di vivere e il diritto di continuare a farlo. La loro scomparsa, oltre a creare un enorme dolore all’interno delle famiglie e della comunità popolosa nella quale vivevano, crea anche un vulnus all’interno della comunità e la presenza del Comune di Portici lo testimonia. Ma, più in generale, crea un vulnus in tutta una comunità che non ha potuto fregiarsi del loro apporto alla vita perché la morte è arrivata troppo presto”.
Così il sostituto procuratore Luciano D’Angelo nell’incipit della seconda parte della requisitoria davanti ai giudici della prima Corte di Assise di Napoli.
Il processo vede imputato l’autotrasportatore Vincenzo Palumbo accusato del duplice omicidio volontario di Giuseppe Fusella e Tullio Pagliaro, entrambi di Portici, uccisi a colpi di pistola la notte tra il 28 e il 29 ottobre 2021 davanti all’abitazione di Palumbo a Ercolano dicendo che li aveva scambiati per due ladri.
In aula il pm, affiancato dalla collega Varone, ha smentito le dichiarazioni rese da Palumbo (difeso dall’avv. Giovanni Abet), bocciando le ipotesi dell’aggressione, della legittima difesa o dell’eccesso della legittima difesa. Quella notte di ottobre Palumbo aprì il fuoco contro i due amici che, a bordo della Fiat Panda, si stavano allontanando da via Marsiglia.
“Credo che tanti si siano chiesti cosa facessero Pagliaro e Fusella lì sopra” ha detto il pm in un passaggio “Tutti, tranne la pubblica accusa: perché non interessa. Unica cosa che interessa in questa aula di giustizia è cosa non stessero facendo: non stavano ponendo in essere nessuna aggressione né al patrimonio, né al domicilio, né all’integrità delle persone perché loro non sono mai scesi dalla macchina”.
Vincenzo Palumbo ha assistito attentamente alla requisitoria del pm durata quarantacinque minuti e agli interventi delle parti civili ovvero Comune di Portici e Fondazione Polis. La procura ha chiesto per Palumbo la pena dell’ergastolo con isolamento diurno. La prossima udienza del processo il 9 febbraio: parleranno i legali delle famiglie dei due giovani uccisi. Il 16 marzo la parola passerà alla difesa dell’imputato.
Poi la sentenza. (ANSA).