Gran Gala sul futuro della pizza.

Un comparto in costante e forte crescita quello che ruota intorno al mondo della pizza. Oggi sono circa 33mila le pizzerie in Italia, rispetto a una cifra che 33 anni fa si fermava a 2500. Una cifra che assume ancora maggiore rilevanza in Campania dove la pizza, tradizionalmente, è tra i piatti preferiti dai partenopei oltre che essere, da sempre, simbolo di Napoli nel mondo. Lo sviluppo economico futuro per la produzione e commercializzazione del prodotto pizza ha possibilità alte di ulteriore crescita. Soprattutto se si considera che il fatturato derivante dal consumo di questa pietanza amatissima è a 56 milioni di euro a settimana. Dopo la recente decisione dell’Unesco di riconoscere quest’arte come bene immateriale dell’umanità, il futuro del pizzaiuolo è tema di una rinnovata sinergia tra associazioni, istituzioni e imprenditori riuniti a Napoli. É in questa logica che si svolgerà il Gran Galà del pizzaiuolo, organizzato da BC Communication per lunedì prossimo, 15 gennaio, con il patrocinio di Ismea, Regione Campania, Comune, Istituto Zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno e Mostra d’Oltremare. Vedrà nella Mostra d’Oltremare la partecipazione, tra gli altri, dell’Associazione Mani d’Oro di Attilio Albachiara, organizzatore anche del Trofeo Pulcinella; di Antonio Pace, presidente della Verace Pizza, di Antonio Starita, guida dell’Unione delle pizzerie storiche e di Sergio Miccù, dell’Associazione pizzaiuoli napoletani.
La cornice dell’incontro è una cena di gala che vuole andare oltre un momento di festa per lasciare che i commensali (ciascuno, per suo ruolo, parte del composito mondo che ruota intorno alla pizza) riflettano a voce alta e avanzino proposte concrete per delineare il futuro del “pizzaiuolo” rispetto al trinomio “arte, mestiere, professione”. “Siamo contenti – dice Brunella Cimadomo, organizzatore dell’evento con la Bc Communication – di aver potuto offrire un luogo di discussione sulle prospettive future per il pizzaiolo, oggi riconosciuto come artista dall’Unesco e di aver messo insieme i maestri pizzaioli, le associazioni del settore, i produttori delle materie prime connesse alla pizza, le istituzioni”. (ANSA)

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