Il Castello di Baia accoglie lo Zeus in trono.

È ritornato a casa la statua di Zeus in Trono, accolto dalla mostra organizzata per l’occasione “Il Visibile, l’Invisibile e il Mare”, presso il Castello Aragonese di Baia inaugurata sabato 27 ottobre 2018. Esposta nella sala Polveriera, al museo archeologico dei Campi Flegrei, è accompagnata da altre undici sculture inedite che raccontano la Terra del Mito, racchiusa tra mare e terra e caratterizzata da vulcani e fenomeni geologici che ne hanno delineato nel tempo tratti unici, esaltando e conservando lo splendore di un patrimonio immenso.

“Zeus in Trono” è stato esposto per 25 anni nelle sale del Getty Museum di Los Angeles, dopo essere finito in un giro di ricettatori. Grazie alle indagini condotte delle autorità italiane e le informazioni fornite al museo californiano – che da anni collabora per far chiarezza sulle provenienze di alcune opere entrate nelle sue collezioni – è stato possibile ottenere la restituzione dell’opera. Operazioni congiunte della Procura di Napoli e della Guardia di Finanza, hanno permesso il ritorno a luglio dello scorso anno in Italia. Ospitata al Mann – Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ha fatto oggi ritorno in quella che dovrebbe essere la sua reale area di provenienza.

«Abbiamo un valido sistema giuridico di tutela, per recuperare il nostro patrimonio – ha spiegato Tiziana Coccoluto, Capo Gabinetto del Mibac – Il ritorno di Zeus oggi è importante perché evidenzia la volontà di un’intera comunità pronta a ritrovare e diffondere le proprie radici. L’autonomia di un Parco è un valore aggiunto nella gestione museale perché crea autonomia per ricerca e collaborazione, fondamentali per la crescita culturale».

Alla presentazione hanno partecipato anche il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, Giovanni Melillo; il Console generale degli Usa a Napoli, Mary Ellen Countryman; il sostituto procuratore presso la Procura di Napoli, Ludovica Giugni e il magistrato americano di collegamento con l’Italia, Cristina Posa.

La mostra è stata l’occasione per raccontare la nuova immagine del Parco Archeologico dei Campi Flegrei, e presentare le attività in corso e gli obiettivi dell’immediato futuro.

“Da quando il parco è Parco”: è questo il titolo scelto per raccontare nove mesi di crescita del Parco Archeologico dei Campi Flegrei, diretto da Paolo Giulierini.

«Questa è la terra che rappresenta l’eccellenza dell’archeologia campana – ha spiegato il direttore Giulierini – I Campi Flegrei sono magici, lo riscontriamo nel Mito e nella realtà, in tutto ciò che abbiamo ereditato, dalla natura alla storia. Questo Parco è l’insieme di territori che offrono il mix culturale perfetto da esportare, da conoscere e da cui farsi trasportare».

Una combinazione vincente che va perfezionando la sua forma, a partire dall’immagine: oggi il Parco ha un dialogo aperto – anche via social – con i visitatori e con il territorio, un logo e una linea grafica che lo rendono riconoscibile anche attraverso l’identificazione dei confini di un territorio, che comprende ben 24 siti archeologici. In fase di lavorazione anche il sito web, al momento presente in rete con una landing page, pronto fra alcuni mesi.

«A giugno saremo pronti per la Grotta di Cocceio. A fine maggio riapriremo al Castello le sale del Ninfeo e – ha aggiunto il direttore Paolo Giulierini – il Museo avrà un orario di visita pomeridiano, con un nuovo impianto di illuminazione, rendendolo centro della vita culturale del Parco e in dialogo con la comunità. E da subito, da oggi, abbiamo tutti – Comuni, associazioni, enti autonomi – un motivo in più per continuare a lavorare energicamente: i Campi Flegrei riprendono la corsa per ottenere il riconoscimento del Patrimonio mondiale Unesco. Un’occasione che tutti vogliamo sicuramente coltivare per il futuro di questa terra».

La mostra allestita nella sala Polveriera ospita, tra le diverse sculture, l’unico capitello proveniente dal pronao del Sacello degli Augustali (II secolo d.C), finito in un giro di ricettatori, recuperato da un’attenta azione di tutela del 2014 ad opera dei carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale.

L’esposizione è accompagnata un percorso multimediale che narra la particolarità del bradisismo, fenomeno geologico che ha conservato il patrimonio archeologico dei Campi Flegrei tra terra e mare.

È possibile visitare la mostra dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 14:20, ultimo ingresso ore 13:10 – via Castello, 39 – Bacoli (ticket 4 euro)

 

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