dalla famiglia Cappuccio riceviamo e pubblichiamo
Con riferimento alle notizie circolate nelle ultime settimane circa un’indagine della Guardia di
Finanza riguardante le società del gruppo Cappuccio, Bruno, Stefano e Roberto Cappuccio
intendono precisare i termini della questione.
1) L’indagine parte da un assurdo accanimento di Agenzia delle Entrate ed Equitalia che dura
ormai da oltre 8 anni senza che i suddetti enti riescano in alcun modo a risolvere a proprio
favore la questione, nonostante attacchi e vessazioni di ogni genere, anche e principalmente
economici, che stanno creando alla nostra famiglia ed alla nostra società problemi
inenarrabili. Tra l’altro, tutte le cartelle esattoriali in questione sono in contestazione e
pendono in Cassazione con i conseguenti tempi biblici di trattazione.
2) L’indagine, basata su informativa di reato della Guardia di Finanza assolutamente errata e
pretestuosa, da cui è nato in inutile comunicato stampa della stessa Guardia di Finanza, che
ha portato in errore il Pubblico Ministero che le ha analizzate, e che non hanno tenuto in
alcun conto dei bilanci, tutti depositati, e della documentazione presente negli archivi di
Equitalia ed Agenzia delle Entrate già dal 2013, è ancora ferma alle indagini preliminari e non
sussistono ancora avvisi di garanzia.
3) Il tribunale del riesame in data 22 giugno a soli 22 giorni dall’inizio delle procedure esecutive della GdF ha annullato immediatamente i sequestri preventivi riaffidando i beni alla Famiglia Cappuccio a dimostrazione dell’infondatezza delle accuse.
4) Nonostante tutte le vessazioni a cui la nostra azienda è sottoposta ormai da tanti anni, la
nostra famiglia e la nostra società, nell’assoluta certezza di essere nel giusto, continua da
anni a combattere per vedere riconosciuti i propri diritti, per mantenere in piedi la vita delle
20 famiglie dei nostri collaboratori e per mantenere l’onorabilità che ha sempre
contraddistinto la nostra famiglia, in oltre 70 anni di attività.
Forse sarebbe stato più facile abbandonare tutto e darla vinta ad uno stato che solo a parole
vuole difendere il lavoro, ma avendo ancora speranza che nella cosa pubblica non tutto sia
marcio e cercando di avere fiducia nella giustizia, abbiamo deciso di andare avanti fino in
fondo spendendo milioni di euro in consulenti, spese legali etc. (forse tutti i risparmi della
nostra vita) che sicuramente non riusciremo mai a recuperare.
Detto questo ringraziamo tutte le persone che ci sono state vicine e continueranno ad esserlo e che hanno creduto in noi nell’assoluta certezza della nostra onestà e serietà che ha portato ai tanti anni di collaborazione; e tutto questo nonostante lo sciacallaggio di notizie false e tendenziose messe in giro da errati e prevenuti comunicati stampa ufficiali, da notizie pubblicate su qualche organo di stampa e dai tanti concorrenti e personaggi ambigui che le hanno squallidamente cavalcate.