Dal 9 settembre al 5 ottobre 2017 la sala mostre di Palazzo Turchi di Bagno, sede del Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Ferrara, ospiterà “La città dei cuochi e la città moltiplicata”, che esporrà le opere Jean-Pierre Durièz accanto a quelle di Ugo Marano.
Due mostre congiunte, realizzate grazie all’iniziativa della celebre galleria Bowinkel di Napoli, e due stili diversi che insieme creano qualcosa di nuovo, in un viaggio esperienziale visivo ed emozionale a Ferrara, dove il breve ma intenso vissuto dei due artisti ha lasciato frammenti e germogli di nuova umanità, oggi parte integrante della nuova urbanità della città.
Pittore, scultore, ma anche regista, attore, sceneggiatore e fotografo, nelle opere che saranno esposte a Ferrara Durièz concentra l’attenzione sul linguaggio universale del cibo e sul mondo dei cuochi, con i loro grandi cappelli bianchi, presentando una quarantina di soggetti tra tempere, disegni, oli, sculture e materiali d’archivio. “La città dei cuochi – secondo Ursula Thun Hohenstein, presidente del Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Ferrara – diventa moltitudine di visi e di ingredienti della nuova umanità presente nel mondo dell’accoglienza che elegge un personaggio oggi addirittura invadente a personaggio simbolo, malinconico, affaticato, ma protagonista positivo di incontri necessari nello spazio neutro e plurale”. “Chef, maschere, figure femminili, e ritratti passano al vaglio sognatore del pittore trasformandosi in una pittura che ottiene l’effetto di un caleidoscopio simbolico del mondo e della vita contemporanea”, aggiunge Carla Traverso, critico d’arte. “Jean-Pierre – secondo Jean-François Charnier, Conservateur des Musées de France e direttore scientifico del Louvre Abou-Dhabi – vibra sempre dello spirito interiore degli esseri come Chagall, come Soutine. Parla attraverso le immagini proiettate nella sua mente e quando si esprime le immagini prendono forma intorno a lui. Amo la serie di cuochi cavalieri. Il cuoco a cavalcioni di un pesce mi riporta alla memoria ricordi. I suoi esseri hanno una presenza reale, egli s’impegna con loro, si riconosce una vita bohémien nei suoi dipinti, una curiosità avida, inquieta a volte, nuova sempre”.
La mostra di Jean-Pierre Durièz a Ferrara si congiunge con un progetto d’utopia che è visione strategica di un altro artista, Ugo Marano, che realizza la sua “città moltiplicata”. “Per me – spiega Durièz – è un onore esporre accanto a Ugo Marano, anche nella grande differenza stilistica che ci contraddistingue”. Grande ceramista nato a Cetara, nella Costiera Amalifitana, e morto pochi anni fa, Marano è stato il maestro dell’arte vascolare italiana contemporanea, “artista del nuovo secolo, capace di riflessione simbolica e concettuale ma anche di sofisticata perizia artigianale, in un nuovo trionfo della manualità”, nella definizione che diede Gillo Dorfles.
Una volta chiusa la mostra ferrarese, le opere di Jean-Pierre Durièz saranno esposte in una nuova personale in programma alle Terme di Saturnia.