Maxisequestro per oltre 30 milioni disposto dalla DDA di Napoli.

Nella mattinata odierna, all’esito di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli (Procuratore Aggiunto della Repubblica Dr. Filippo Beatrice), i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Napoli e il Comando Gruppo della Guardia di Finanza di Giugliano in Campania hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare personale- emessa dal GIP del Tribunale di Napoli – nei confronti di quattro indagati, ritenuti affiliati al clan POLVERINO, attivo in Marano di Napoli, a Quarto ed in alcuni quartieri collinari di Napoli, con contestuale sequestro preventivo di dieci società operanti nel settore edile, alimentare e di rivendita di generi di monopolio, ritenuti responsabili, a vario titolo, di trasferimento fraudolento di valori, falsità materiale di atti pubblici e truffa con l’aggravante delle finalità mafiose.

Il provvedimento del Giudice di Napoli ha stabilito che le predette società, un supermercato della catena “CARREFOUR” sito in Marano di Napoli, una tabaccheria con annessa ricevitoria del lotto, nonché un negozio all’ingrosso di vendita di bevande costituiscono significative forme di reinvestimento di profitti illeciti da parte del clan Polverino in attività imprenditoriali particolarmente redditizie.

In particolare, la connotazione camorristica delle società indicate appare evidente poichè i settori di interesse delle singole imprese sono gestiti dalla famiglia SIMEOLI, emanazione imprenditoriale del clan Polverino: secondo le acquisizioni investigative raccolte nel corso di questa indagine, gli imprenditori SIMEOLI hanno raggiunto alti profitti in forza dell’appoggio fornitogli dalla suddetta compagine camorristica, ponendosi in diretta relazione con il gruppo criminale, di cui può dirsi che costituiscano un braccio operativo. Essi hanno offerto una variegata e costante collaborazione al clan, consistente nel fornire prestanome ed imprese di copertura per il reimpiego di capitali illecitamente acquisiti e nell’intessere relazioni anche con appartenenti al mondo politico locale e alla Pubblica Amministrazione.

L’esecuzione degli odierni provvedimenti cautelari è il risultato di un ulteriore sforzo investigativo, che ha consentito di dare prosecuzione alle precedenti operazioni del 23 ottobre 2013 e del 3 febbraio 2014 con l’esecuzione da parte dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli di provvedimenti restrittivi nei confronti di componenti della famiglia SIMEOLI (provvedimenti recentemente confermati dal Tribunale del Riesame di Napoli, dopo l’intervento della Corte di Cassazione), con il contestuale sequestro preventivo del patrimonio e delle quote di partecipazione di importanti società di costruzione ed immobiliari. Da ultimo, lo scorso 15 maggio, con la collaborazione del Comando Gruppo della Guardia di Finanza di Giugliano in Campania, sono state sottoposte a sequestro altre aziende edili riconducibili alla famiglia SIMEOLI. Il valore patrimoniaIe delle società sequestrate con le operazioni di oggi ammonta a circa 30 milioni di euro: si tratta di ben 152 unità immobiliari (appartamenti, box auto, 26 locali deposito, ubicati prevalentemente a Napoli ed a Marano di Napoli), 18 appezzamenti di terreno, siti in Marano di Napoli, per un’estensione complessiva di 15.000 mq., nonchè di quote societarie.