Monte di Pietà, appello per non vendere il palazzo.

Il sit di protesta animato dal sindacato Cubb Salca, di lavoratori del credito e assicurativo, davanti alla sede del Monte di Pietà di Napoli che potrebbe essere venduto dal gruppo Intesa San Paolo a imprenditori che vorrebbero trasformarlo in albergo. 21 aprile 2021 ANSA/CIRO FUSCO

Proteste per chiedere che il Monte di Pietà di Napoli non venga venduto dal gruppo Intesa San Paolo a imprenditori che vorrebbero trasformarlo in albergo.

In via San Biagio dei Librai, nel centro antico di Napoli, la manifestazione è stata animata dal sindacato Cubb Salca, di lavoratori del credito e assicurativo.

L’ edificio del Monte di Pietà, costruito nel 1959 nel cuore del centro storico di Napoli appartiene a Intesa San Paolo che ha degli uffici al suo interno ed avrebbe deciso di venderlo.

“Ci opponiamo a questa scelta – dice Franco Di Mauro, uno degli animatori della manifestazione – si pensa a un futuro da albergo e ristorante, ma a noi interessa che questo pezzo del patrimonio della città di Napoli, nel pieno di un centro storico, che è patrimonio Unesco, rimanga alla città e non venga svilito in una comune attività commerciale. In questa città perdiamo perdiamo pezzi di storia e di beni artistici e architettonici a favore di attività commerciali che ne sviliscono il valore. Protestiamo, consapevoli del fatto che Intesa San Paolo è sensibile a questo argomento, in tutta Italia ha beni con vocazione culturale e artistico ed è strano che qui invece voglia fare cassa”.

I manifestanti hanno scritto una lettera all’ amministratore delegato di Intesa San Paolo, Carlo Messina, e al responsabile delle attività culturali della banca.” Ma non abbiamo ricevuto risposta, e gli abbiamo scritto circa un mese fa. Per questo abbiamo deciso di manifestare . Vogliamo far capire alla banca che non sono gli ex dipendenti della banca a manifestare ma una città. Rappresentanze politiche e sindacali dicono di no. Gli uffici della banca sono praticamente dismessi, ma qui potrebbe venire l’archivio del Banco di Napoli, che dispone di una bella sede a via Tribunali ,ma questa è più prestigiosa, oppure l’Archivio di Stato, che ha espresso la volontà di portare i suoi documenti qui. Anche un docente di sociologia all’Università Federico II ha detto che la facoltà potrebbe venire qui. La finalità e la vocazione è culturale. Ci sono decine di possibilità”. (ANSA).