Presentato il Piano Strategico 2020/2023 del MANN. Giulierini: “Dal 2021, il Museo completamente restituito alla fruizione del pubblico”.

Si rinnova il patto di trasparenza con il pubblico: il Museo Archeologico Nazionale di Napoli presenta il Piano Strategico 2020/2023, documento che focalizza i principali obiettivi da realizzare nel triennio appena iniziato.
Dopo aver inquadrato, in un unicum gestionale mai applicato dagli istituti culturali italiani, il Piano Strategico 2016/2019, cui sono seguiti i relativi rapporti annuali 2017- 2018- 2019, anche il secondo mandato della direzione di Paolo Giulierini conferma un’innovativa impostazione di management: il “MANN at work” racconta se stesso e come cambierà nel prossimo futuro, in termini di ampliamento delle collezioni fruibili, organizzazione di grandi eventi, promozione di nuove interazioni territoriali; trait d’union di attività solo apparentemente diverse è l’acccessibilità fisica e culturale del Museo.
”Ci avviamo verso un anno ‘strategico’ per il nostro Museo che, nel 2021 sarà interamente restituito alla fruizione del pubblico, mai così vasto e  stupefacente nei suoi immensi giacimenti di capolavori, mai così aperto alla città.  Lo annunciamo  in giorni difficili, che ci chiamano alla testimonianza come presidi culturali e al massimo impegno verso gli obiettivi che ci siamo dati. Il MANN, museo della città, dalla prossima primavera avrà un  nuovo accogliente atrio ad ingresso libero, e sarà gratuito anche l’accesso al giardino storico della Vanella. Tremila sono i mq della nuova area espositiva. In estate riscopriremo, nell’ala occidentale, le splendide sale chiuse da mezzo secolo dove torneranno i capolavori della Campania Romana.  In autunno, con il raddoppio delle sezioni pompeiane,  il MANN potrà orgogliosamente definirsi  il più importante  museo  archeologico al mondo per l’arte classica. In questi ultimi mesi la  pandemia ci ha fatto riconsiderare la struttura  stessa del  nostro piano 2020/2023, che oggi presentiamo anche alla luce delle attuali  priorità.  Resta  comunque salda la rotta da noi  prefissata all’inizio del primo mandato: lavoriamo  per consegnare alla città  di Napoli il suo museo completamente riaperto,  epicentro di un ‘Quartiere della Cultura’  pronto ad accogliere nuovamente il mondo”, dichiara il Direttore del Museo, Paolo Giulierini.
 Il Piano Strategico 2020/2023, curato, anche per la seconda edizione, da Ludovico Solima (Professore Ordinario di Management per le imprese culturali/ Università della Campania “Luigi Vanvitelli”), disegna il nuovo volto del MANN alla luce di un serrato cronoprogramma, già intrapreso in questo anno segnato dalla pandemia del Coronavirus: Il MANN si conferma, con la nuova edizione del Piano Strategico, un museo allineato alle migliori pratiche manageriali dei più prestigiosi musei del mondo. Il nuovo documento di programmazione contiene peraltro molti contenuti originali e sarà da subito disponibile sia in italiano che in lingua inglese. La presentazione del Piano Strategico 2020-2023 è anche un segnale di speranza: con esso infatti il Mann disegna l’idea di un futuro possibile, da perseguire con fiducia, pur nella consapevolezza della situazione di grande difficoltà che stiamo vivendo”, commenta Ludovico Solima.

Sarà il 2021 l’anno di svolta per il Museo: da maggio prossimo, l’Atrio ed il rinnovato Giardino della Vanella diverranno spazi della cittadinanza e saranno liberamente accessibili, senza pagamento di un biglietto da parte del pubblico (il ticket sarà dovuto per la visita alle collezioni).
Nell’ala occidentale del MANN, nelle splendide sale poste a piano terra e parzialmente chiuse da circa cinquanta anni, da giugno sarà ospitata la “Campania romana”: la Sezione raccoglierà circa duecento reperti, provenienti dalle principali città romane della nostra regione (non solo i grandi centri vesuviani come Pompei ed Ercolano, ma anche Cuma, Baia, Pozzuoli e Santa Maria Capua Vetere) e databili a partire dalla prima età imperiale; tra i capolavori esposti e presentati nuovamente dai depositi, vi sono le sculture che abbellivano gli edifici pubblici di Ercolano, le statue dell’Anfiteatro (II sec. d.C.) dell’antica Capua, le opere colossali del Capitolium di Cuma, la decorazione del Macellum di Pozzuoli.
Ad ottobre 2021, nel Braccio Nuovo del Museo, sarà presentato l’allestimento della Sezione Tecnologica del MANNil progetto espositivo, realizzato in collaborazione con il Museo Galileo di Firenze, si articolerà in tre livelli che prevedranno, per ciascuna area tematica, la presenza degli oggetti antichi, la ricostruzione moderna dei congegni e macchinari (torchio, vite di Archimede, noria, gru calcatoria, odometro, solo per fare alcuni esempi) ed i video esplicativi che ne illustreranno la funzione. Uno spazio ad hoc sarà dedicato alle tecnologie idrauliche che permettevano l’irreggimentazione delle acque a livello cittadino ed il rifornimento delle singole abitazioni. Ne saranno un esempio le grandi valvole idrauliche rivenute a Pompei, le fistule in piombo, le chiavi, i rubinetti, le bocche di fontana ed un unicum come  la ricostruzione di un balneum domestico originale; dopo la breve e lungimirante esperienza del 1932, la Sezione tecnologica troverà, all’interno del Museo, una nuova dimensione allestitiva, che sottolineerà la vocazione didattica e lo spirito empirico dei contenuti scientifici proposti.
Sempre alla fine del 2021, nelle sale 91-94 prospicienti al Salone della Meridiana, sarà inaugurata una nuova Collezione Pompeiana, con opere selezionate dai depositi e non esposte da almeno cinquant’anni: sculture, argenti, commestibili, armi gladiatorie consentiranno di ricostruire, grazie alle differenti tipologie di reperti presentati al pubblico, la cultura materiale, la vita quotidiana ed il gusto abitativo delle residenze private nelle città vesuviane tra il I sec. a. C. e l’eruzione del Vesuvio. Da non perdere, nel riallestimento, la scultura bronzea dell’Efebo dalla Casa del Citarista di Pompei, la Statua di Apollo in marmo dalla Casa del Menandro, numerosi gioielli in oro ed il tesoro di argenteria dalla Casa di Io e Inaco.
Il 2021 sarà anche l’anno della grande mostra su “I Gladiatori”, che, dall’8 marzo, costituirà un’occasione per valorizzare le armi gladiatorie appartenenti al patrimonio del MANN: questi reperti, da anni “in tour” per exhibit internazionali, saranno presentati, come si è detto, anche nelle collezioni pompeiane del Museo. Dalla Svizzera saranno dati in prestito importanti reperti, come il grande mosaico di Augusta Raurica, che, esposto per la prima volta interamente dopo il restauro, rappresenta scene di combattimenti su una superficie di eccezionale estensione. In esclusiva per il MANN, un focus sugli anfiteatri campani per valorizzare l’avanguardia architettonica e l’eccezionale patrimonio archeologico regionale. Tra le prestigiose collaborazioni della mostra, non poteva mancare, naturalmente, quella del Parco Archeologico del Colosseo.
 
Nel 2022, continuerà il lavoro di riapertura degli spazi museali: in aprile, sarà sistemato il terrapieno con una nuova fruibilità da parte del pubblico; in giugno, si potrà visitare la Sezione di Cuma, in cui figureranno reperti della raccolta cumana e provenienti dagli scavi Stevens: con queste opere, anche alla luce delle nuove ricerche archeologiche, si traccerà un quadro aggiornato dell’evoluzione storica della più antica colonia greca in Occidente.
Sempre in giugno, sarà effettuato l’arricchimento allestitivo della Sezione di Napoli Antica: il progetto scientifico terrà conto risultati dei nuovi scavi, con particolare attenzione ai materiali provenienti dall’area del porto della città, dall’età ellenistica sino all’età bizantina ed oltre. In dicembre, prevista la presentazione della sezione dedicata al collezionismo ed alla storia del Museo.
Saranno quattro le grandi mostre dell’anno: i “Bizantini” ed i “Nuragici”, con relativi focus su popolazioni e culture del passato; la grande retrospettiva su Alessandro Magno; infine, i “Vulcanici”, che traccerà un nuovo dialogo con le tradizioni, antiche e presenti, del Sol Levante, partendo dai concetti di eruzione e ricostruzione.
 
Nel 2023, la dimensione “at work” connoterà gli spazi meno visibili del Museo: dalla cantierizzazione dei sotterranei al completamento del lavoro sui depositi, che prevedrà un riallestimento prima di Sing Sing (2020-2021), poi degli affreschi (2023). Tra i più importanti appuntamenti espositivi dell’anno, la mostra su Samarcanda.
Fil rouge della programmazione triennale sarà la definizione di un Quartiere della Cultura, che avrà come baricentro il MANN e coinvolgerà non soltanto istituzioni culturali (partner della Rete Extramann, Accademia di Belle Arti ed Istituto Colosimo), ma anche imprenditori del circuito Negozio Amico ed artigiani operanti nel territorio: il Museo diverrà “espanso”, con focus espositivi nella Galleria Principe di Napoli e nell’Istituto Colosimo.

Necessario, per la strategia 2020-2023, il raccordo con il primo Piano 2016-2019 ed i relativi rapporti annuali; in particolare, dall’Annual Report 2019, accanto all’aumento di visitatori (oltre 670mila), si segnala l’organizzazione di 29 mostre temporanee, 38 eventi e 67 convegni al MANN, così come di 35 esposizioni con 809 prestiti in Italia ed all’estero; da menzionare anche l’incremento degli interventi di restauro, giunti a quota 1028, e l’implementazione del ricorso ai social per la comunicazione dell’Istituto.
In termini più programmatici, il 2019 è stato contrassegnato da: realizzazione della mostra dei record su Canova; riallestimento della Collezione Magna Grecia con lo straordinario lavoro sui mosaici dei pavimenti; prima apertura della caffetteria del Museo; implementazione dei lavori sui depositi Sing Sing.
Dal punto di vista scientifico e metodologico, sempre obbedendo al principio di rendicontazione al pubblico tramite la pubblicazione dei report annuali, gli obiettivi strategici 2020-2023 del MANN saranno così espressi da cinque “R”: Riaprire il Museo, in condizioni di sicurezza; ripristinare le condizioni di attrattività; ridefinire le condizioni di accessibilità; rigenerare il sistema di relazioni; rafforzare il legame con il territorio.
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