Lo smartphone a scuola, cosa si può e non si può fare.

Smartphone fuori dagli astucci degli studenti. che tanto in classe si possono usare alla luce del sole. Nessun divieto esplicito dal Garante della Privacy che ha realizzato una piccola guida a tema, “La privacy a scuola. Dai tablet alla pagella elettronica. Le regole per ricordare”. Addirittura è possibile usarlo per registrare anche le lezioni. Anzi no, contrordine: la circolare Fioroni del 2007 afferma il divieto di utilizzo dello smartphone mentre il prof spiega. E quindi? Skuola.net aiuta a fare un po’ di chiarezza. Ed evitare che succeda di nuovo quello che è accaduto in una classe di Torino: sospesi 22 studenti per aver messo i video dei prof su WhatsApp.

Smartphone in classe: sì o no?
Partiamo proprio dalla circolare Fioroni in questione. In questa si legge chiaramente che “Ë del tutto evidente che il divieto di utilizzo del cellulare durante le ore di lezione risponda ad una generale norma di correttezza che, peraltro, trova una sua codificazione formale nei doveri indicati nello Statuto delle studentesse e degli studenti, di cui al D.P.R. 24 giugno 1998, n. 249. In tali circostanze, l’uso del cellulare e di altri dispositivi elettronici rappresenta un elemento di distrazione sia per chi lo usa che per i compagni, oltre che una grave mancanza di rispetto per il docente”. Insomma, smartphone nello zaino quando si è in classe, meglio se spento. A patto che non siano proprio gli insegnanti a chiedere di utilizzarlo.

Smartphone: se il prof dice sì?
Infatti in classe è possibile utilizzare dispositivi elettronici, come tablet e smartphone appunto, ma solo per fini scolastici. E solo l’insegnante autorizza a farlo, ovviamente. Infatti, in questo campo la scuola ha ampia autonomia decisionale. Meglio dare uno sguardo al proprio Regolamento d’Istituto.

Si può utilizzare lo smartphone per registrare la lezione?
Stavolta è di nuovo il Garante della Privacy a parlare. E nel punto dedicato ai cellulari Skuola.net legge che “L’uso di smartphone è in genere consentito per fini strettamente personali, ad esempio per registrare le lezioni, e sempre nel rispetto delle persone. Spetta comunque agli istituti scolastici decidere nella loro autonomia come regolamentare o se vietare del tutto l’uso dei cellulari.” Insomma, la risposta sembra essere affermativa: è permesso utilizzare gli smartphone per registrare le lezioni. Sempre che l’insegnante abbia dato il suo benestare.

Si possono fare video o foto con lo smartphone in classe?
Anche stavolta il Garante della Privacy parla chiaro: niente foto o video se la persona ripresa non è d’accordo. Ed è assolutamente vietato diffondere immagini, video o foto che siano, sul web se non con il consenso delle persone riprese. “È bene ricordare che la diffusione di filmati e foto che ledono la riservatezza e la dignità delle persone può far incorrere lo studente in sanzioni disciplinari e pecuniarie o perfino in veri e propri reati.”

I prof possono sequestrare lo smartphone?
Sì. E ad essere d’accordo sono sia il Garante della Privacy che la Circolare Fioroni del 2007. Nello specifico, in quest’ultima leggiamo che qualora il prof becchi i suoi studenti intenti a whatsappare o a fare cose del genere contro la sua volontà, questi stanno commettendo “Una grave mancanza di rispetto per il docente configurando, pertanto, un’infrazione disciplinare sanzionabile attraverso provvedimenti orientati non solo a prevenire e scoraggiare tali comportamenti ma anche, secondo una logica educativa propria dell’istituzione scolastica, a stimolare nello studente la consapevolezza del disvalore dei medesimi.” Ok al sequestro dello smartphone da parte dei prof, quindi, ma a patto che lo riconsegnino agli studenti una volta conclusa la lezione.

I prof possono perquisire per cercare lo smartphone?
Assolutamente no. È vietato per loro svuotare le tasche dei jeans dei loro studenti, dei loro cappotti, i loro zaini e simili, qualunque sia il Regolamento d’Istituto. L’unico caso in cui è permessa la perquisizione è solo in flagranza di reato, cosa che non è, per esempio, la detenzione di uno smartphone. (ANSA)