Violazioni ambientali e nel lavoro, GdF chiude calzaturificio a Sant’Arpino.

Continuano i controlli a contrasto dello sfruttamento del lavoro nero e a tutela dell’ambiente nella zona ricompresa nella c.d. “Terra dei Fuochi” da parte del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Caserta. Grazie alle frequenti ricognizioni e alle perlustrazioni poste in essere dai finanzieri giornalmente impegnati nel controllo del territorio, è stato possibile individuare un opificio per la produzione di calzature, insediato in un angusto locale seminterrato nel Comune di Sant’Arpino, che operava in assenza delle prescritte autorizzazioni ambientali per l’utilizzo dei macchinari e attrezzature industriali.

In particolare, l’impiego, per l’assemblaggio delle calzature, di colle e solventi altamente tossici senza le necessarie precauzioni e la mancanza dell’obbligatorio sistema di aereazione e filtraggio, costituisce, infatti, un grave pericolo sia per la salute dei lavoratori che dei cittadini residenti nelle abitazioni adiacenti gli impianti industriali irregolari.

Il controllo eseguito dai finanzieri del Gruppo di Aversa ha consentito di individuare nei locali industriali ispezionati, ubicati in un ambiente seminterrato di oltre 300 mq, 16 operai italiani di cui ben 10 totalmente in “nero”. L’irregolare impiego di lavoratori si traduce inevitabilmente in effetti negativi sull’intera collettività a causa del mancato introito da parte dello Stato degli oneri fiscali, assicurativi e previdenziali, alterando inoltre la leale concorrenza nel settore, a discapito degli imprenditori onesti.

L’intera azienda controllata, unitamente alle numerose attrezzature industriali utilizzate per la produzione di calzature, è stata sottoposta a sequestro penale. Il titolare, una donna italiana originaria di Casal di Principe, è stata segnalata alla Procura della Repubblica di Napoli Nord.

Anche in questo caso, seguiranno gli approfondimenti di rito sotto il profilo fiscale per eliminare il vantaggio economico ottenuto per mezzo delle condotte illecite contestate.

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