Prima la ‘lista degli indignati’, poi il ‘partito della rivoluzione Italia’. Più volte, in questi mesi, Silvio Berlusconi, raccontano, è stato tentato dall’idea di dar vita a un nuovo soggetto politico, aperto alla società civile, capace di intercettare gli astensionisti, in particolare il voto di protesta (grillino-salviniano). Una tentazione, per ora, congelata. In attesa della legge elettorale. Qualche anno fa si parlava di ‘Altra Italia’, formata da ’20 campioni del mondo delle professioni e delle imprese’.
Da allora l’obiettivo non è cambiato: riconquistare il consenso dei tanti elettori moderati delusi dai partiti tradizionali. Senza rottamare Forza Italia.
Una parte degli azzurri, raccontano, vede con favore questo progetto, purchè si tratti di un movimento o lista civica da affiancare a Fi. Una sorta di ‘cantera azzurra’ sul modello di quella blaugrana del Barcellona di Messi, un vivaio da cui attingere forze fresche e volti nuovi, da mandare anche in tv. Paolo Romani, riferiscono fonti forziste, vedrebbe di buon occhio questa ipotesi. Non a caso, oggi il presidente dei senatori ha sottolineato: ‘‘Tutta la politica è attraversata da un processo di frammentazione e i vecchi riferimenti simbolici stanno venendo meno. Oggi è più facile fondare un nuovo partito. Aspettiamo di vedere cosa accadrà con il voto in Sicilia, il 5 novembre”.
In realtà, fanno notare, tutto dipenderà dal nuovo sistema di voto. Con il Rosatellum bis questo progetto assomiglierebbe tanto a una specie di lista civetta da utilizzare alle politiche per rimpinguare il bottino dei seggi dell’intera coalizione di centrodestra. Se, invece, dovesse restare il Consultellum, come pronosticano i big azzurri e lo stesso Cav, a questo punto si andrà dritto verso una lista unica, modello ex Pdl.