Contro la guerra, manifestazione in Piazza Mancini.

dal Comitato contro la guerra Napoli riceviamo e pubblichiamo
Il Comitato contro la guerra – Napoli, sabato 5 novembre (ore 14:00) sarà in piazza Mancini per supportare la manifestazione “Insorgiamo”. Qui, brevemente le motivazioni:
Nel 2015 gli USA hanno imposto con un colpo di stato un regime reazionario in Ucraina obbligandolo a non rispettare gli accordi di Minsk che prevedevano, per i territori russofoni, oltre ad un referendum, una autonomia ammnistrativa e linguistica, identica a quella che l’Italia, nel 1964, ha concesso alle popolazioni dell’Alto Adige.
Ne è seguita una guerra di aggressione al Donbass (otto anni: 14.000 morti) che, il 24 febbraio 2022, ha spinto la Russia a intervenire con una invasione. È quello che gli USA volevano: trasformare l’Ucraina in un “nuovo Afghanistan” (dove fare impantanare e far collassare la Russia) e colpire una Europa “colpevole” di approvvigionarsi di gas russo, (nove volte più economico di quello statunitense).
Nonostante ciò, i governi dell’Unione europea si sono piegati a Washington inviando armi all’Ucraina e comminando sanzioni alla Russia.  Ora, davanti ad una guerra che va avanti da otto mesi e a sanzioni che stanno colpendo solo l’Europa, non pochi partiti piangono lacrime di coccodrillo e organizzano ipocrite manifestazioni, come quella di Roma alla quale aderiscono tanti “pacifisti”.
È arrivato il momento di dire basta e di costituire, su precisi obiettivi, un vero movimento popolare contro un conflitto che ha già prodotto innumerevoli vittime, razionamenti, miseria…e che rischia di sfociare in una Terza guerra mondiale.
Noi chiediamo
 Immediato cessate il fuoco e ripresa delle trattative Russia-Ucraina. Trattative che, come quelle di Ankara ad aprile, sono state apertamente boicottate dal segretario della NATO Stoltenberg e dai vertici dell’Unione Europea, e che ora sono state, addirittura, vietate per decreto da Zelensky.
 
Basta armi all’Ucraina che servono solo a perpetuare una atroce guerra. Aiuti militari che vanno avanti dal 2015 e che sono già costati ai contribuenti italiani circa 500 milioni di euro.
Basta sanzioni alla Russia. Sanzioni mai comminate a feroci regimi come Arabia saudita o Israele; né, tantomeno, all’Ucraina che – stracciati gli accordi di Minsk e diventando un regime reazionario – per anni ha massacrato popolazioni russofone e oppositori e negato i più elementari diritti democratici.
Basta razionamenti e bollette stratosferiche. Ripristinare (bypassando la borsa TtF di Amsterdam) gli acquisti diretti di petrolio e gas dalla Russia con contratti quinquennali a prezzo fisso, così come avveniva fino al 2021. E questo anche per evitare l’insediamento di bombe galleggianti come il rigassificatore di Piombino realizzato per accogliere le navi gasiere statunitensi.
Basta aumento delle spese militari e dei conseguenti profitti di aziende come Stellantis, proprietaria in Italia – oltre che di fabbriche di armamenti – di 12 quotidiani, 4 emittenti radiofoniche e 23 testate digitali. Garantire, invece, il benessere della popolazione aumentando pensioni, stipendi, assunzioni… potenziando la Sanità, la Scuola, i servizi sociali e pubblici…
 
Fuori l’Italia dalla Nato e dall’Unione Europea.
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