Governo, Cottarelli non scioglie la riserva: serve più tempo. Dal Pd solo astensione.

”Stiamo approfondendo alcune questioni sulla lista dei ministri”. Lo afferma all’AdnKronos Carlo Cottarelli. Il presidente del Consiglio incaricato parla dopo essere andato al Colle e poi aver lasciato il Quirinale dopo mezz’ora di colloquio con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, senza aver rilasciato dichiarazioni.

Nessuna rinuncia, quindi, da parte di Cottarelli, che avrebbe semplicemente bisogno di più tempo per approfondire alcuni nodi legati alla lista dei ministri.

Il premier incaricato, ha poi spiegato il portavoce del Colle, Giovanni Grasso, ha riferito al presidente sullo stato della situazione e tornerà a riferire mercoledì mattina.

Dopo aver ricevuto l’incarico, lunedì mattina, l’ex commissario alla spending review ha promesso di mettercela tutta: “Mi presenterò in Parlamento con un programma che, in caso di fiducia, includa l’approvazione della legge di Bilancio per il 2019, dopo di che il Parlamento verrebbe sciolto con elezioni ad inizio 2019”.

Nel frattempo – mentre dalla Ue sono arrivati i primi segnali di apprezzamento per la tanto contestata scelta di Mattarella (“sono fiduciosa che le istituzioni italiane e il presidente della Repubblica dimostreranno come sempre di servire l’interesse dei cittadini italiani, che coincide con il rafforzamento dell’Unione europea” ha detto l’Alto Rappresentante per gli Affari esteri, Federica Mogherini) – il M5S chiama alla mobilitazione contro il capo dello Stato per non aver consentito il governo del cambiamento.

“Un atto ignobile” secondo Luigi Di Maio che ha lanciato l’impeachment, la messa in stato d’accusa di Mattarella. A schierarsi con il Quirinale c’è invece il Pd perché, ha detto Renzi, “abbiamo il dovere di reagire”.

“Per rispettare lo scopo preciso del governo e la sua necessaria neutralità politica, penso sia opportuno che il Pd si astenga sul voto di fiducia alle Camere, evitando anche così ogni strumentalizzazione di sorta. Proporrò alla direzione nazionale dei prossimi giorni questa posizione”. Lo ha detto Maurizio Martina alla riunione del Gruppo Pd alla Camera.

Il Pd sostiene con piena convinzione l’operato del presidente Mattarella e la scelta di varare un governo neutrale che abbia come scopo fondamentale quello di portare in maniera ordinata il Paese alle elezioni anticipate – ha spiegato il reggente – scelta inevitabile vista la decisione opportunista e grave di M5S e Lega di sottrarsi alla prova di governo”.

Nel suo intervento all’assemblea del gruppo del partito Martina ha poi sottolineato: “E’ necessario che il presidente della Repubblica sia tutelato. Noi dobbiamo essere i protagonisti di uno sforzo aperto a tutte le forze che vogliano concorrere a prendere un’iniziativa. Il Pd deve farsi carico di una proposta che aggreghi tutte le forze democratiche e di centrosinistra“.

“Chi insulta e minaccia Mattarella non fa parte del futuro del mio Paese”. Lo dice Matteo Salvini in una diretta Facebook. “Io sono arrabbiato con Mattarella – sottolinea – ma non parlo di impeachment e non andremo in piazza, ma ha fatto un errore sostanziale perché aveva una lista di ministri e una maggioranza pronta che oggi poteva affrontare la situazione finanziaria”.

Parlando poi di Cottarelli, “il cosiddetto presidente incaricato, mister 18mila euro al mese, non mi ha fatto neanche un colpo di telefono” dice il leader della Lega. “Lo spread sale, la crisi è nera e noi che abbiamo preso milioni di voti stiamo sul tetto”.

Sul caso Oettinger, inoltre, sostiene: “Dovrebbe dimettersi, non si può dire che saranno i mercati a decidere come devono votare gli italiani”.

Intanto, in mattinata, Salvini ha riunito i suoi parlamentari alla Camera poco dopo le 10, nella Sala della Regina, prima del ‘Federale’, convocato per la prima volta a Roma.

Il ‘Capitano’ serra i ranghi e spiega tutti passaggi che hanno portato il ‘governo del cambiamento’ a infrangersi sul muro del Colle, confermando l’asse con M5S in vista delle prossime politiche e la politica del ‘doppio forno’, ovvero con i grillini e Forza Italia. Anche perché, dice Salvini, con i 5 Stelle abbiamo lavorato bene fin qui. Sulle questioni di programma sono affidabili e seri.

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