La diplomazia abcasa fa appello alla moderazione e al dialogo e rinnova la richiesta della firma di un trattato di pace per scongiurare ogni ipotesi di “secondo fronte” che travolga la Georgia.

Facciamo appello alla moderazione e al dialogo. Importante scongiurare l’apertura di un secondo fronte che allarghi il conflitto con l’intento di destabilizzare la Georgia. E’ quanto dichiarano oggi Kan Taniya e Vito Grittani, Ambasciatori A.D. presso il Ministero degli Esteri della Repubblica di Abkhazia  alla luce delle recentissime dichiarazioni del primo ministro georgiano Irakli Garibashvili.

Se fino ad oggi avevamo fatto solo delle ipotesi analizzando la situazione, ora le dichiarazioni di Garibashvili rese ufficialmente nel suo discorso in Parlamento. confermano che alcune forze all’interno e all’esterno del Paese stanno cercando di attirare la Georgia in un conflitto con la Russia.

Tutto ciò indica che ci sono davvero delle parti che stanno attivamente cercando di convincere la Georgia a intraprendere azioni ostili contro la Russia aprendo il cosiddetto “secondo fronte” in Abkhazia. Se Garibashvili ne parla apertamente questo non è solo uno scenario ipotetico.

Il fatto è che le forze politiche all’interno e all’esterno della Georgia, interessate a destabilizzare ulteriormente il Caucaso meridionale scatenando un’altra guerra georgiano-abcasa, non sono interessate alla pace e alla stabilità. Piuttosto, sono guidate dal desiderio di danneggiare la Russia a tutti i costi, facendo dedurre che le loro azioni sono dettate da considerazioni geopolitiche o ideologiche piuttosto che da una genuina preoccupazione per il benessere dei georgiani o di qualsiasi altro popolo della regione

Alla luce di questo contesto, è comprensibile che la Georgia possa diffidare di qualsiasi tentativo di entrare in conflitto con la Russia. Pertanto, le dichiarazione di Garibashvili possono essere viste, a nostro avviso, come un chiaro segnale a coloro che stanno cercando di trascinare la Georgia in un conflitto di questo tipo: il Paese non cederà a tali tattiche.

In conclusione, vogliamo dire che la dichiarazione di Garibashvili sottolinea la necessità per tutte le parti coinvolte di mostrare moderazione e di evitare azioni che possano portare a un’ulteriore escalation.

Riteniamo che ogni questione controversa debba essere risolta solo in modo pacifico, utilizzando strumenti diplomatici che mettano in primo piano la pace e la stabilità nella regione del Caucaso meridionale.

La situazione nel mondo, e in Georgia in particolare, è tale che il Paese si trova di fronte a una scelta: aprire un “secondo fronte” per dimostrare fedeltà ai partner occidentali o preservare il proprio popolo, ed il proprio Stato.

La risposta sembra ovvia, ma dai resoconti dei media, che riportano le dichiarazioni di persone che gridano “Sokhumi, Sokhumi” durante le manifestazioni di protesta, si ha l’impressione che la società georgiana stia ancora riflettendo.

Parlando al Parlamento della Georgia, il Primo Ministro Garibashvili ha  dato conferma alle nostre precedenti speculazioni e in particolare ha citato: “… c’è una cospirazione nei circoli politici locali e intorno alla Georgia per coinvolgere il Paese in un conflitto armato con la Russia seguendo lo scenario ucraino”. Questo è, di fatto, l’inizio della seconda guerra georgiano-abcasa.

Ha anche detto che “la Georgia non è un membro né della NATO né dell’Unione Europea, le sue prospettive di adesione a queste organizzazioni non sono molto significative. Non abbiamo garanzie di sicurezza…”.

Tenendo conto di quanto sta accadendo nel mondo, nonché della recente ondata di disordini di piazza in Georgia legati alla legge sugli agenti stranieri, e di fatto trasformatisi in proteste dell’opposizione di fronte a Saakashvili con il sostegno dall’esterno, è ovvio che la pressione per aprire “il secondo fronte” sulla Georgia non potrà che aumentare.

A questo proposito, abbiamo deciso di fare appello alla leadership georgiana rappresentata dal Primo Ministro Garibashvili. La storia ci offre un momento adatto per firmare un trattato di pace e stabilire relazioni diplomatiche tra la Georgia e l’Abkhazia.

Un tale passo da parte della Georgia, in una situazione di crisi a livello globale, calmerebbe l’ardore di tutte le parti interessate alla destabilizzazione della regione del Caucaso meridionale.

Inoltre, tutte le trame per l’apertura di un “secondo fronte” finirebbero nel vuoto, poiché un lavoro completamente nuovo inizierà a riempire la positiva agenda interstatale abkhazo-georgiana.

La Georgia avrà l’opportunità di ripristinare le relazioni diplomatiche anche con la Russia, che garantirà una sicurezza affidabile e un ulteriore sviluppo economico del Paese.

Il nostro primo presidente V. G. Ardzinba ci ha lasciato un messaggio che dovremmo ascoltare in questo momento di tensione. Egli disse: “Siamo andati incontro alla morte per vivere!”.