LX Anniversario dei trattati di Roma, la manifestazione del Polo Sovranista.

da Rosario Lopa ed Alfredo Catapano del Polo Sovranista riceviamo e pubblichiamo

Noi il popolo della Sovranità e della Destra Sociale e Popolare siamo noi l’alternativa alla casta. E’ stata una bella festa di popolo c’è davvero tanta voglia di esprimere dissenso nei confronti di una Europa incapace di guidare i processi economici e sociali. Contestiamo il tradimento dei trattati di Roma fatti per costruire un’Europa dei popoli e delle nazioni.

Invece si è arrivati al tentativo di fare un superstato europeo che cancella le differenze e ingabbia le nazioni nella maglia tecnocratica asservita agli interessi della Germania.      

Ma anche contro un governo che non garantisce la sicurezza, la legalità e fa pagare le tasse troppo alte soprattutto rispetto ai servizi che offre ai cittadini oltre ad una immigrazione incontrollata,possiamo chiamare i partecipanti a questa manifestazione, il popolo delle sovranità. Cosi gli esponenti napoletani del Movimento Nazionale per la Sovranità, di Alemanno e Storace, Rosario Lopa e Alfredo Catapano, a margine della manifestazione nazionale di sabato pomeriggio a Roma. Non è tempo di personalismi, di frazionismi, è il tempo di stare dalla parte della nostra gente, in una fase storica in cui tanti pensano che la politica sia un male assoluto, una casta che rappresenta una palla al piede, dobbiamo avvertire l’orgoglio di rappresentare un’alternativa. La sinistra europea e nazionale non crede nella sicurezza e nella legalità.

La grande  partecipazione di cittadini del Sud alla manifestazione di oggi,per ribadire che serve un progetto per un nuovo Mezzogiorno, un vero manifesto per il Sud, con punto essenziale, innanzitutto la fiscalità differenziata e di vantaggio per le Regioni meridionali. È l’altra faccia della medaglia del federalismo fiscale con il quale si è concessa l’autonomia dei territori. Ora bisogna dare un aiuto alle aree depresse.

Aree obiettivo 1 a cui aggiungerei oggi anche l’Abruzzo ovviamente. E il secondo è una nuova Cassa del Mezzogiorno. Il cui fulcro essenziale dovrà essere la Banca del Sud. Attenzione però, non una nuova Cassa del Mezzogiorno, che per molti versi non è stato un esempio di sviluppo. La Banca del Sud non deve dare soldi a pioggia bensì elaborare e finanziare la progettualità, una sorta di merchant bank pubblica sul modello Simest, la società che aiuta le imprese ad andare all’estero, perché nel Sud ci sono grandi patrimoni.