Manifestante Iraniano detenuto con false accuse ha bisogno di cure mediche immediate.

dal collettivo UnveilIran riceviamo e pubblichiamo

Egregio Direttore,
Sono Violet Kimiaee del collettivo Unveiliran, associazione che si occupa di diffondere e difendere la voce degli iraniani in italia.

La contatto per chiederLe di pubblicare questa mia lettera-denuncia sulle condizioni misere, disumane e ingiuste riservate dalla Repubblica Islamica a Vahid Abbasi al quale sono negati i fondamentali diritti umani e la  cui famiglia, tutt’altro che abbiente, non possiede altra strada che cercare di ottenere attenzione attraverso il sostegno degli iraniani all’estero.
Vahid è un dissidente iraniano di 27 anni originario della provincia del Khuzestan, ferito da un proiettile a un occhio durante la protesta del 21 Novembre 2022 ad Izeh, nel Khuzestan.

Il 25 Novembre Vahid Abbasi si è recato in una clinica ad Ahvaz e qui è stato immediatamente arrestato dalle forze di intelligence del corpo delle guardie della rivoluzione e portato nella prigione di Sheyban, ad Ahvaz senza potere ottenere cure mediche.

Abbasi necessita di urgenti cure mediche che gli sono negate, così come gli sono negati il diritto di ricevere visite e l’assistenza legale.

Per il trattamento disumano cui sono sottoposti, nel marzo 2023 Vahid ed altri 7 prigionieri hanno iniziato lo sciopero della fame.

Secondo quanto riferito anche dai giornali di cui si allegano gli articoli nonché da informazioni da me acquisite da fonte certa e vicina alla famiglia, Abbasi ha subito gravi torture ed è stato in isolamento per 28 giorni. È stato accusato di “Moharebe”, ovvero inimicizia nei confronti di Dio ed altre 50 accuse infondate che potrebbero comportare la condanna alla pena di morte.

Vahid Abbasi ha diritto di ricevere le cure mediche di cui ha bisogno e l’assistenza legale per difendersi dalle accuse ingiuste che gli sono state rivolte.

Stante la situazione descritta, l’unica strada che resta per aiutare Vahid è quella di diffondere la sua voce e accendere i riflettori sulla sua grave e disumana condizione per spingere la Repubblica Islamica a riconoscergli i diritti che gli spettano.
Grazie per avermi dato la Vostra attenzione, anche nel caso in cui non pubblicherete questo appello.

Violet Kimiaee

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