“Sono indignato da quello che sta succedendo a Caserta, dove in alcuni casi non c’è praticabilità di campo”.
Lo ha detto Francesco Boccia, commissario dimissionario del Pd in Campania, commentando lo stop alla conferma del tesseramento in provincia di Caserta.
Uno stop che arriva per diverse anomalie, tra cui quella di Sessa Aurunca, cittadina dell’esponente dem Gennaro Oliviero, presidente del consiglio regionale della Campania: “A Caserta ci sono i commissari da 15 anni – ha detto Boccia, senatore dem e coordinatore nazionale della mozione Schlein – in una provincia importante, una terra che ha tanta voglia di fare, tanti giovani che vogliono partecipare e si sono rotti le scatole del modus vivendi. Oliviero? E’ noto per non aver fatto campagna elettorale alle scorse elezioni politiche, ma mi occuperò di lui in direzione nazionale. Oggi dico che quello che è accaduto a Caserta molto grave. Mi auguro di sentire le stesse parole da chi appoggia altri candidati. Il governatore campano De Luca? Devono esprimersi tutti sul tema, visto che Oliviero lo ha fatto con parole sue. Sono sicuro che la collega Pina Picierno (esponente casertana dei dem, attuale vicepresidente del Parlamento europeo, ndr) gli chiederà conto, perché queste cose ci fanno male. Dobbiamo difendere la credibilità del Pd e sostenere la partecipazione, non lasciamo spazio a chi infanga il Pd”.
A Sessa Aurunca i riflettori si sono accesi dopo il boom di richieste di tessere on line, circa 1.050 a fronte di 1.200 voti ottenuti dal Pd alle ultime politiche. Oliviero, sostenitore della mozione Bonaccini, è intervenuto giorni fa sul risultato delle tesseramento nella cittadina, dove – ha detto – c’è stato “un esaltante confronto politico, improntato sul significato delle regole statutarie, sulla militanza coerente, sulla appartenenza leale al territorio e ai suoi bisogni, sulle istanze amministrative e del governo locale e sulle aspettative dei giovani”.
Per Gennaro Oliviero, presidente del Consiglio regionale della Campania, Francesco Boccia, “è stato il commissario liquidatore del partito democratico in Campania”.
“In genere un commissario viene nominato per essere super partes. Francesco Boccia non lo è mai stato. Parla di impraticabilità di campo, dimenticando che è stato lui a sottrarre il pallone della democrazia e del confronto. La sua nomina di commissario regionale aveva un unico obiettivo, quello di garantire i posti dei catapultati nazionali senza valutarne la ricaduta sul risultato del Pd. La sua “neutralità” si è ulteriormente appalesata allorquando, siamo stati costretti, in tanti, a chiedere le sue dimissioni, considerato che era già da tempo coordinatore della mozione Schlein”.
“Come fa Boccia – si chiede – a dichiarare che non ho fatto campagna elettorale per il Pd nelle scorse politiche? Certo non ero entusiasta di come ha composto le liste, l’ho anche scritto in una nota pubblica. Ora il confronto sul numero degli iscritti con i risultati delle politiche è solo un modo strumentale per cercare di frenare l’avanzata di Bonaccini. Queste terre, insegnano che, quando le candidature sono locali e sentite dalla base, hanno espresso percentuali altissime. Ora Boccia, alla sua quarta nomina parlamentare, si faccia un esame di coscienza e, piuttosto che minacciare di occuparsi di me, si dedichi alle ragioni politiche della sua mozione. La smetta di incattivire questa campagna elettorale in cui proprio il suo atteggiamento in Campania dimostra l’esistenza di un cavallo di Troia per Bonaccini”.
Secondo Oliviero “il doppiogiochismo ha preso il sopravvento e, in quanto imbarazzante, va denunciato in ogni sede. Probabilmente avrei dovuto farlo subito, evidenziando che amicizie e frequentazioni hanno preso il sopravvento sulla politica. Ma ho scelto il tono basso e responsabile per non fare danno a Bonaccini, al partito e ai tantissimi cittadini e amministratori che hanno inteso rinnovare fiducia al Pd. Ciò nonostante sono pronto a confrontarmi in ogni sede e pubblicamente, con chi continua a gettare fango sul sottoscritto e sul partito, conducendo una campagna di odio nel tentativo di coprire il vuoto elettorale che li contorna”. (ANSA).