Referendum, domenica 4 urne aperte dalle 7 alle 23 per approvare o respingere la riforma costituzionale.

Domenica 4 dicembre gli elettori saranno chiamati ad esprimersi sul referendum costituzionale confermativo della riforma promossa dal Governo ed approvata dal Parlamentp.

Si potrà votare solo domenica 4 dicembre dalle ore 7 alle ore 23.

Possono votare tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei Deputati.

Per poter votare è necessario presentarsi al seggio elettorale muniti di documento di identità valido e la tessera elettorale.

Chi ha smarrito la tessera elettorale oppure ha esaurito gli spazi disponibili (ossia è stata usata per 18 consultazioni elettorali) può richiedere un duplicato oppure una nuova tessera all’ufficio elettorale del proprio Comune di residenza.

E’ assolutamente vietato fotografare il proprio voto con dispositivi elettronici.

Come si vota

Per esprimere un voto valido l’elettore dovrà apporre una croce sul Sì o sul NO.

Scegliendo Sì l’elettore approva la riforma, scegliendo NO la respinge.

Essendo un referendum confermativo previsto dall’Art.138 della Costituzione non è necessario il raggiungimento del quorum della metà più uno degli elettori perchè il referendum sia valido, dunque la consultazione sarà comunque valida.

Ecco i punti salienti della riforma:

CAMERA – Sarà l’unica a votare la fiducia. I deputati restano 630 e verranno eletti a suffragio universale, come oggi.

SENATO – Continuerà a chiamarsi Senato della Repubblica, ma la riforma lo ridimensiona nel numero dei senatori e nelle competenza. Sarà composto da 95 membri eletti dai Consigli Regionali (21 sindaci e 74 consiglieri-senatori), piu’ 5 nominati dal capo dello Stato che resteranno in carica per 7 anni. Avrà competenza legislativa piena solo su riforme costituzionali e leggi costituzionali. Per quanto riguarda le leggi ordinarie, potrà chiedere alla Camera di modificarle, ma l’assemblea di Montecitorio non sarà tenuta a dar seguito alla richiesta.

SENATORI-CONSIGLIERI – Saranno i cittadini, al momento di eleggere i Consigli Regionali, a indicare quali consiglieri saranno anche senatori. I Consigli, una volta insediati, saranno tenuti a ratificare la scelta. I 95 senatori saranno ripartiti tra le Regioni in base al loro peso demografico. I Consigli Regionali eleggeranno con metodo proporzionale i senatori tra i propri componenti; uno per ciascuna Regione dovrà essere un sindaco.

IMMUNITA’ – I nuovi senatori godranno delle stesse tutele dei deputati. Non potranno essere arrestati o sottoposti a intercettazione senza l’autorizzazione del Senato.

FEDERALISMO – Sono riportate in capo allo Stato alcune competenze come energia, infrastrutture strategiche e sistema nazionale di protezione civile. Inoltre, su proposta del governo, la Camera potrà approvare leggi anche nei campi di competenza delle Regioni, ‘quando lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale’.

DDL GOVERNO: VOTO IN DATA CERTA – I Regolamenti parlamentari dovranno indicare un tempo certo per il voto dei ddl del governo; vengono introdotti limiti al governo sui contenuti dei decreti legge.

PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA – Lo eleggeranno i 630 deputati e i 100 senatori. Per i primi tre scrutini occorrono i due terzi dei componenti della nuova assemblea; dal quarto si scende ai tre quinti; dal settimo scrutinio sarà sufficiente la maggioranza dei tre quinti dei votanti (oggi il quorum è più basso, maggioranza assoluta degli aventi diritto dalla quarta votazione in poi).

CORTE COSTITUZIONALE – Dei 5 giudici Costituzionali di elezione parlamentare, 3 saranno eletti dalla Camera e 2 dal Senato.

REFERENDUM – Introdotto un quorum minore per i referendum sui quali sono state raccolte 800.000 firme: per renderlo valido basterà che voti la metà degli elettori delle ultime elezioni politiche, anziché la metà degli iscritti alle liste elettorali.

REFERENDUM PROPOSITIVI – Vengono introdotti con la riforma; una legge ordinaria ne stabilirà le modalità di attuazione.

DDL DI INIZIATIVA POPOLARE – Salgono da 50.000 a 150.000 le firme necessarie per presentare un ddl di iniziativa popolare. Però i regolamenti della Camera dovranno indicare tempi precisi di esame, clausola che oggi non esiste.

LEGGE ELETTORALE – Introdotto il ricorso preventivo sulle leggi elettorali alla Corte Costituzionale su richiesta di un quarto dei componenti della Camera.

PROVINCE – Vengono cancellate dalla Costituzione, atto necessario per abrogarle definitivamente.

CNEL – Abrogato il Consiglio Nazionale Economia e Lavoro, organo costituzionale secondo la Carta del 1948.

Gli schieramenti politici:

a favore del Sì è naturalmente schierato il Governo, così come la stragrande maggioranza del Partito Democratico con significative eccezioni come ad esempio Massimo D’Alema e Pierluigi Bersani, voterà sì anche il Nuovo Centrodestra così come Scelta Civica, e GAL. Più sfumata la posizione del governatore della Puglia Emiliano che non ha fatto campagna per il NO ma non condivide la riforma. Per il Sì anche Romano Prodi.

Sul fronte del NO la Lega, il M5S, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Sinistra Italiana. Schierato per il NO anche l’ex premier Mario Monti. Per il NO anche il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris.

Divisa l’UdC, con Pierferdinando Casini che voterà Sì mentre Ciriaco De Mita è schierato per il NO.

 

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