Renzi e Gentiloni: nessuna frattura tra Pd e Governo.

da Tribuna Politica Web

Un intervento ”corposo”. Matteo Renzi  chiude oggi in tarda mattinata la Conferenza  programmatica del Pd. ”Napoli bellissima”, ha scritto a commento di  una foto a sfondo mare dei 4 Matteo con Richetti, Orfini e Ricci.  Nella sua enews aveva promesso: ”A Napoli parleremo di futuro, io ce  la metterò tutta”. Un taglio, quello declinato al futuro, che sarà  quello dell’intervento conclusivo di domani. Anche se, al museo  ferroviario, l’attualità ha bussato alla porta con insistenza.

Le ‘scorie’ di Bankitalia e le polemiche per le assenze dei renziani  al Cdm di venerdì sono ancora nell’aria. ”La questione è chiusa, noi  rispettiamo le scelte del presidente del Consiglio”, ha spiegato  Graziano Delrio ‘riapparso’ alla Conferenza dopo la febbre che lo ha  tenuto lontano dal Cdm. A Pietrarsa è stato il giorno della  riappacificazione con Gentiloni, plasticamente messa in mostra con  l’abbraccio tra segretario e premier sul treno Pd. ‘‘Ti diamo il  benvenuto con gioia. I giornalisti sono concentrati su qualche  elemento di visione diversa che c’è stato. Ma questa è casa tua”, ha  detto Renzi accogliendo Gentiloni sul treno Pd.

Al mattino, il segretario aveva sottolineato: ”Non c’è nessuna  rottura tra governo e Pd”. Proprio mentre Dario Franceschini, via  Twitter, aveva smentito scenari di ”resa dei conti” in vista del  voto siciliano, con le arie interne al partito pronte a presentare il  conto al segretario: ”Io lavoro per unire, non cero per dividere”,  ha scritto il ministro della Cultura che sarà alla Conferenza domani,  sabato. Ma il Renzi di Pietrarsa è apparso a tutti poco sintonizzato  sulle polemiche degli ultimi giorni e più concentrato sul lavoro da  fare da qui al voto.

”Mai visto Matteo così carico, determinato”, ha  spiegato Richetti, circondato dai ragazzi della scuola Pasolini del  Pd. Tra i renziani lo spauracchio del voto siciliano viene rispedito  al mittente senza particolari timori: ”Sì, c’è la possibilità che  parta l’assedio. Ma per fare che? Tra due mesi si sciolgono le  Camere…”, dicono gli uomini vicini al segretario. Lo stesso Renzi,  del resto, ha invitato in sostanza ad andare oltre, consapevole dei  punti di forza del Pd emersi anche nella Conferenza: ”Ci avviamo a  chiudere la legislatura con un Paese che sta meglio di come lo abbiamo trovato”, ha spiegato.

Il segretario stamattina ha seguito con attenzione l’intervento di  Marco Minniti dal palco. Il ministro dell’Interno ha sollecitato il  partito sullo ius soli, ma ha anche detto che il partito deve  ”lavorare per andare oltre i confini del Pd e costruire una grande  alleanza per sconfiggere i populismi”.

Renzi ha annuito, consapevole  che al ministro dell’Interno la Conferenza programmatica aveva già  risposto nei fatti. In mattinata si erano infatti passati il testimone sul palco, non a caso, Leoluca Orlando, Ignazio Messina, Angelo  Bonellli e Riccardo Nencini. Ieri era stata la volta di Benedetto  Della Vedova. Tutte le tessere di quel ‘puzzle’ della coalizione per  il 40% invocata dal segretario dem.

Con queste tessere il Pd dovrà lavorare sul programma, come alla  Conferenza, ma anche su altro. Lo ha accennato dal palco Matteo Ricci, il responsabile degli Enti locali: ”Nei collegi servono candidati  popolari, se sbagliamo i candidati o li scegliamo in base ai  tatticismi quei collegi possono essere persi”. Ma sul fronte del  dialogo potrebbe non essere finita qui. ”Vedrete, nei prossimi giorni ci saranno altre aperture”, hanno spiegato gli uomini di Renzi,  spingendosi anche a ipotizzare un’ultima apertura verso Mdp: ”C’è la  consapevolezza che non possiamo perderci per strada nessuno”. Forse  per questo il leader dem, nelle pause dei lavori della Conferenza, si  è ritagliato il tempo per un lungo incontro a quattr’occhi con Michele Emilano, dopo aver scambiato impressioni con gli altri governatori  Vincenzo De Luca.

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