Integrazione, intervista a Maria Grazia Alvarez, Console Onorario dell’Ecuador a Napoli.

a cura dell’Avv. Claudia Graziani

La dott.ssa Maria Grazia Alvarez è il nuovo Console dell’Ecuador a Napoli.

La città partenopea ha accolto calorosamente la Console, che si è subito attivata, curando con estrema premura, rapporti proficui con settori statali quanto privati.

Nel ringraziare Gazzetta di Napoli per la cordiale intervista, la Console ribadisce l’importanza delle funzioni e dei ruoli delle Autorità competenti nel tessere una solida rete interculturale.

Nel tessuto partenopeo, che pullula di produzioni locali, di turismo, di tradizione millenaria, sarebbe bello includere anche tradizioni di altri Paesi, del resto Napoli è anche la città del caffè, dei colori, dei sapori, proprio come l’Ecuador.

D. Dott.ssa Alvarez,  Gazzetta di Napoli è lieta di intervistarLa, e La ringrazia per la squisita disponibilità. Dal 2012 lei è nel Consolato a Napoli, quali i suoi primi compiti?

R. I Consoli onorari si occupano di quanto relativo alle molteplici esigenze dei propri connazionali sul territorio nel quale vivono. Io sono dell’Ecuador e nella fattispecie mi occupo di offrire tutele giuridiche, risposte a istanze documentali, pratiche burocratiche, consigli di vario tipo. Ho tessuto buoni rapporti con tutti, ho aiutato molte famiglie che erano in difficoltà e che non conoscevano i propri diritti, e nel tempo sono riuscita a guadagnare la loro totale fiducia. Ho il sostegno di appositi Caf e Legali che operano per Gratuito Patrocinio.

D. Console, lei è dell’Ecuador, ci parla dei rapporti con il suo popolo di origine?
R. In Ecuador c’è tutta la mia famiglia, e tutti hanno fiducia nella mia professionalità e nella mia persona, e a Napoli sono con mio marito e ma figlia. Tengo molto che mia figlia mantenga la lingua di origine, e che conosca le tradizioni dell’Ecuador, oltre che di altri Paesi ovviamente.

D. Napoli è la terra del sole, del mare, del turismo, e la natura regna incontaminata, come anche in Ecuador. In che modo è possibile connettere la ricchezza di questi due Paesi?
R. L’Ecuador e Napoli hanno molto in comune, a partire dalla lingua spagnola, che è molto presente nella lingua, nel temperamento, e nelle tradizioni, che ho trovato molto simili a quelle Ecuadoriane.

D. E quali le attività relative all’inclusione nel prossimo futuro? E quali i fattori che ne favoriscono la realizzazione?
R. Nell’espletare le mie funzioni mi avvalgo della collaborazione di chi posso, ad esempio ho un buon rapporto con l’Università della Calabria (in cui studiano cinquanta ragazzi dell’Ecuador) e stiamo creando un buon gemellaggio con l’Università statale dell’Ecuador.
A luglio poi ci sarà un campo estivo, insieme alla Comunità di Sant’Egidio, per i ragazzi
sudamericani, e ho esteso l’iniziativa ad altri.
A Napoli c’è una borsa di studio con l’Università Parthenope (in cui ci sono alcuni ragazzi che cominceranno l’Università).

D. Quali potrebbero essere secondo lei le difficoltà in fase di esecuzione?
R. Sappiamo che l’integrazione non è facile, ovunque. Un po’ per le difficoltà della lingua, delle abitudini di vita. C’è stato anche un altra questione, negli anno 1999-2000 molti sono andati via dall’Ecuador per un problema economico (è stata cambiata la moneta in dollaro e molte persone hanno perso soldi), quindi alcuni si sono trasferiti in Italia, altri in Spagna, e hanno incontrato non poche difficoltà. In Italia ad esempio non si è trovata equipollenza con la laurea, per cui molti laureati non hanno potuto svolgere il lavoro che desideravano e per il quale avevano studiato. C’è anche la tendenza a rimanere tra sudamericani e di non aprirsi molto, anche per le abitudini relative al cibo (per fortuna nelle seconde generazioni è meno evidente), ma sono fiduciosa, credo che il tempo e la cultura possano aiutare a superare l’impasse.

D. La nostra redazione si occupa di ciò che afferisce all’inclusione, ha consigli in merito?
R. Credo sia importante avere rapporti con i vari Consolati, come la vostra redazione fa da tempo, e consiglio a tutti di approfondire sempre più la conoscenza del concetto di inclusione. A me piace ad esempio conoscere la vita delle persone che si relazionano a me, e quando sento che i loro figli non sempre partecipano alle feste a cui sono invitati, perché non si sentono del tutto a proprio agio, mi dispiace molto. La conoscenza di tali difficoltà è importante, è utile informare e discutere sulla diversità, anche e soprattutto nelle scuole. La diversità è bella, ci permette di conoscere realtà diverse dalla nostra, è importante conoscere altre persone, altri cibi, altri luoghi.

D. Vuole avvalersi di Partners pubblici e privati?
R. Certo, tutti concorrono alla realizzazione dei progetti.

D. Quale altro progetto vorrebbe realizzare?
R. Vorrei creare legami stabili tra le Università italiane e quelle in Ecuador, ci tengo molto e mi sono già attivata in merito. E’ importante per i giovani studiare, conoscere.
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Nel ringraziare la Console dott.ssa Maria Grazia Alvarez per l’intervista che ci ha concesso,
Le confermiamo sempre la nostra totale disponibilità per la realizzazione di iniziative e progetti inclusivi; che sia dunque una mera inclusione di culture, di tradizioni, di cibo e di lingua. La diversità è bellezza e ricchezza.