Consiglio Europeo verso nulla di fatto su immigrazione. Conte: pronti a mettere veto a soluzioni non condivise.

Non è sicuro che i capi di Stato e di governo dell’Ue riuniti a Bruxelles possano arrivare a concordare una formulazione delle conclusioni del Consiglio Europeo in materia di migrazioni che possa soddisfare l’Italia. Lo si apprende da fonti italiane, mentre è in corso il summit (i leader parleranno di migrazioni a cena). Pertanto, non è affatto escluso che alla fine il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, come ha detto chiaramente entrando, possa decidere di non approvare le conclusioni del Consiglio Europeo. Intanto, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente Conte si sono incontrati. A darne notizia, la rappresentanza italiana presso l’Unione Europea in un tweet.

La mancata approvazione delle conclusioni del Consiglio (che o sono unanimi o non sono) da parte di un Paese, pur non costituendo un vero e proprio veto, è una cosa che accade raramente: l’ultima volta è successo nel marzo 2017, quando l’allora premier della Polonia Beata Szydlo decise di non approvarle, indispettita per la rielezione a presidente di Donald Tusk, inviso al Pis, il partito ultranazionalista che esprime il governo polacco.

Le conclusioni di quel vertice, nel marzo 2017, formalmente non sono conclusioni del Consiglio Europeo, cioè dei 28, ma conclusioni del presidente Tusk. L’Italia, per sottoscrivere le dichiarazioni dei leader in questo summit, chiede che almeno alcuni dei principi chiave della proposta sulle migrazioni presentata da Conte (European Multilevel Strategy on Migration) vengano riconosciuti nelle conclusioni, che danno l’indirizzo alle politiche dell’Ue.

Non si sa ancora se si riuscirà a trovare una formulazione delle conclusioni che possa soddisfare le richieste italiane: “Non lo sappiamo. E non sappiamo esattamente che cosa occorrerebbe” per trovare una formulazione che soddisfi l’Italia, risponde una fonte Ue. L’unica cosa che appare sicura è che la discussione sulle migrazioni si preannuncia lunga e potrebbe andare avanti fino a notte inoltrata.

Il riconoscimento nelle conclusioni della necessità di evitare i movimenti secondari, cara ad Angela Merkel che ne ha assoluto bisogno per placare la Csu di Horst Seehofer, per l’Italia è subordinata al fatto che venga affrontato il problema dei movimenti primari. Conte vuole che dalle parole di solidarietà nei confronti dell’Italia si passi ai fatti, chiede che alle istanze italiane sia dato ascolto.

In sostanza, se le conclusioni del Consiglio fossero formulate in modo da recepire esclusivamente le istanze della Germania, ignorando quelle italiane, che da anni si occupa, in relativa solitudine, degli arrivi dei migranti attraverso il Mediterraneo Centrale e di tutto ciò che ne consegue, allora l’Italia non le approverà.

CONTE – Il Consiglio europeo “sarà uno spartiacque, per quanto ci riguarda. E per quanto mi riguarda sono disponibile a trarne tutte le dovute conseguenze“, sottolineava il presidente del Consiglio Conte, arrivando stamane nella sede del Consiglio a Bruxelles.

Alla domanda se il nostro Paese sia pronto a mettere il veto, se i partner non dovessero ascoltare le nostre richieste sulla gestione dei flussi migratori, Conte replicava: “E’ una possibilità che non voglio considerare, ma se dovessimo arrivare a questo, sicuramente per parte mia non arriveremmo a conclusioni condivise” del Consiglio Europeo.

Oggi insomma, aggiungeva Conte secondo una dichiarazione diffusa a margine dei lavori, “toccheremo con mano se la solidarietà europea esiste o meno. Capiremo se davvero l’Europa vuole gestire in maniera solidale il fenomeno migratorio. Non accetteremo compromessi al ribasso: l’Italia la sua buona volontà l’ha sempre dimostrata”.

“L’Italia ha elaborato una proposta che porta a questo Consiglio europeo”, una proposta “che riteniamo assolutamente ragionevole – sottolineava il premier – perché è pienamente conforme allo spirito e ai principi su cui è fondata l’Ue. In tutti questi anni e io stesso, negli incontri avuti con i leader degli altri Stati membri, ho ricevuto molte manifestazioni di solidarietà. Oggi è un giorno molto importante: aspettiamo che queste parole si traducano in fatti. E d’altra parte l’Italia non ha più bisogno di segni verbali e di attestazioni, ma ha bisogno di fatti concreti. Questa è l’occasione giusta”.

MACRON: TROVEREMO SOLUZIONE EUROPEA – Il presidente francese Emmanuel Macron, a margine del Consiglio Europeo, si dice convinto che si giungerà a una soluzione. “Ora discuterò con il gruppo di Visegrad, discuterò con il primo ministro italiano e sono convinto che alla fine della giornata potremo arrivare a dei risultati” dice Macron. Che cosa le fa pensare che ci riuscirà? “Prima di tutto – afferma – perché sono un ottimista e poi perché penso che sia l’interesse fondamentale di tutti i membri dell’Ue: nessuna soluzione può essere solo nazionale e non cooperativa. Penso che la nostra soluzione comune debba essere basata sull’Europa e sulla cooperazione, con i rapporti con i Paesi terzi, la protezione dei nostri confini e una maggiore solidarietà tra gli Stati membri”. “Credo – aggiunge – che quando c’è la volontà, quando c’è la prospettiva e ci sono i progetti, allora puoi convincere. Farò del mio meglio per convincere i nostri partner ad avere un approccio cooperativo sulle migrazioni e a fare progressi. Abbiamo fatto molti progressi sulla difesa”, conclude Macron.

JUNCKER: DA ANNI CHIEDO SOLIDARIETA’ PER ITALIA, VERRA’ FATTO – “Non sono preoccupato per il veto, ma per la situazione sulle coste italiane: dobbiamo dimostrare solidarietà. Sono anni che mi spendo per questo e verrà fatto”, ha detto il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker rispondendo alla domanda se sia preoccupato per il ‘veto’ che l’Italia potrebbe porre se non dovesse ottenere aperture sulla condivisione della responsabilità per gli sbarchi dei migranti arrivati via mare.

MERKEL: SU PIATTAFORME NON DECIDIAMO DA SOLI – In materia di migrazioni, “molto è stato fatto, ma discuteremo della protezione delle frontiere esterne. Da parte mia, vorrei dire che possiamo considerare l’idea di tentare di far attraccare le navi in altri Paesi, per esempio nel Nordafrica, ma dobbiamo prima discuterne con loro: non possiamo deciderlo da soli”. Così la cancelliera tedesca Angela Merkel, a margine del Consiglio europeo a Bruxelles, dopo aver affermato per affrontare la questione dei migranti si deve andare avanti con una coalizione di “Paesi volenterosi”. “Anche l’accordo Ue-Turchia – ha continuato – è stato reciproco, dobbiamo tenere in considerazione i bisogni di questi Paesi. Dev’essere fatto in coordinamento con l’Unhcr e con altri organizzazioni internazionali”. In ogni caso, ha proseguito, “la protezione dei confini esterni è una cosa che unisce tutti gli Stati membri e ora parleremo di Frontex, della protezione delle frontiere e dei movimenti secondari, il che significa che da una parte i Paesi che ricevono molti rifugiati necessitano di sostegno, ma dall’altra parte che rifugiati e migranti non arrivino a scegliere in quale Paese dell’Ue chiedere asilo”. (AdnKronos)