200 anni di storia dell’omeopatia in un libro.

La medicina Omeopatica ebbe una grande rilevanza a Napoli durante il Regno dei Borbone, da dove si irradiò in Francia ed Inghilterra, e, attraverso la Sicilia, in Brasile e nel resto del mondo.

Lo documenta un volume del dott. Carlo Melodia, presidente della LUIMO (Associazione per la Libera Università Internazionale in medicina Omeopatica) realizzato per il bicentenario dell’ Omeopatia nel Regno di Napoli ( “1821-2021 il bicentenario dell’ arrivo della medicina omeopatica a Napoli., L’ Omeopatra al tempo dei Borbone” (LUIMO, Napoli 2022).

La nuova Medicina fu portata a Napoli nel 1821 dai medici militari delle truppe austriache, nelle cui fila c’ erano ufficiali medici allievi di Samuel Hahnemann, padre dell’ Omeopatia.

“Ma già nel 1801 – scrive l’ autore del libro – l’ ‘Osservatore medico’ , periodico scientifico napoletano, aveva dato per primo in Europa, la notizia della “cura e preservamento dalla scarlattina con l’ uso della Belladonna omeopatica”., Aderì all’ Omeopatia il medico del re Francesco I di Borbone, Cosmo Maria de Horatiis, direttore della Clinica chirurgica dell’ Università di Napoli e la nuova medicina , basata sul “principio dei Simili”, ebbe grande diffusione e fu sperimentata clinicamente con successo nelle epidemie di tifo e di colera .

“Nel 1836 si contavano nel Regno 500 medici omeopatici, moltissimi in Sicilia”. (ANSA).

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