Doppio appuntamento a iocisto sabato 22.

Alle 11.30

“Il sogno di Antonio. Storia di un ragazzo europeo” di Paolo Borrometi (Solferino editore)

Interviene con l’autore Teresa Vela socia di IoCiSto

La vita, la passione per l’Europa e il giornalismo di Antonio Megalizzi, morto a 29 anni pochi giorni dopo la strage di Strasburgo del 14 dicem­bre 2018  in cui era stato col­pito dai proiettili di un estremista.

Non si è spenta però la sua memoria di ragazzo vitale, un «trentino di sangue calabre­se», dolce e ironico con passioni intense: la famiglia, l’amore, ma anche la radio, i tanti progetti, la pas­sione per la conoscenza e la scrittura.

A raccontarci la sua storia è Paolo Borrometi, come lui giovane giornalista animato da forte spirito civile, che raccoglie in questo li­bro gli scritti di Antonio e le testimonian­ze dei genitori, della sorella, della fidan­zata e degli amici, per continuare a far vivere le sue passioni e l’esempio ideale di un giovane europeo. Una storia inedi­ta che è anche un manifesto dell’impe­gno sociale e democratico al di là di ogni muro.

Alle 18:00

Prima presentazione del libro della scrittrice irachena Itikal Al Taii  “Le fave di Babilonia” (Pironti editore) Traduzione a cura di Elena Matacena.

Intervengono con l’autrice in collegamento da Budapest: Antonio Pacifico, studioso di letteratura irachena e    gli autori dell’intervista video Giordano Acquaviva e Genny Petrotta.

Letture a cura di Amalia Grasso e Donatella Guarino, socie di IoCiSTo.

Evento realizzato in collaborazione con la Biblioteca Arkès e Ponte di Archimede Produzioni

“ll ritratto di una figura coraggiosa, una donna indomita, che non s’arrende di fronte a nulla e a nessuno. Nemmeno il Na’ib Saddam Hussein”

E’ la storia di una donna moderna, amante dell’arte e della bellezza ai tempi di Saddam Hussein.
Itikal Al Taii scultrice, presentatrice di un programma culturale di respiro internazionale  in Iraq per ragioni politiche ha subito l’allontanamento dal suo paese e ha dovuto necessariamente intraprendere la difficile integrazione in un paese straniero. Un processo lento e faticoso che descrive nel suo libro “La fave di Babilonia” tradotto e curato dalla scrittrice e drammaturga Elena Matacena.  L’esilio è come un ponte sospeso tra passato e futuro.

Cosa può significare per una persona che è stata costretta ad abbandonare il suo paese ritrovarne gli odori, i sapori, le tradizioni? Un uomo che sta fuggendo porta con se mezzo chilo di tè iracheno, una melagrana riporta una donna a quando era bambina nel giardino di casa, le fave vendute da un giovane al mercato germogliano a migliaia di km di distanza…Questo libro è anche questo: un ricettario della memoria e della nostalgia. Itikal Al Taii ci spiega meravigliosamente bene come prepararle perchè restino nella nostra casa. E nel nostro cuore.

La gioia semplice per un piatto di fave o per un tè iracheno assume allora un valore eroico, di resistenza alla crudeltà e alla barbarie. L’esilio diventa più sopportabile, la memoria ha un potere salvifico.
I ricordi sono incisi non solo nell’anima, ma anche nel corpo, nella carne.

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