La stanza di Deborah, Titti Spanò presenta il suo libro a I Borbone giovedì 15.

La stanza di Deborah, il secondo lavoro della scrittrice napoletana Titti Spanò, pubblicato con Turisa editrice, verrà presentato il 15 ottobre alla Sala Conferenze de I Borbone a Forcella. Al suo secondo romanzo, dopo “Solo il tempo Giulia”, l’autrice, con un occhio sempre rivolto alla poesia, anche in questo nuovo scritto, mette al centro della narrazione una donna, con le sue problematiche e una vita difficile dalla quale cerca il riscatto.

A discuterne con l’autrice, a partire dalle ore 17.30,  ci saranno la scrittrice e filosofa Olimpia Ammendola, Erlisiana Anzalone, ricercatrice CNR, lo scrittore Giuseppe Petrarca. A moderare l’evento, la giornalista Tjuna Notarbartolo. Le letture verranno  affidate a Giulio Adinolfi.

C’è una strada da qualche parte dove si incontrano tutte le storie finite bene. Si fanno compagnia in un posto sconosciuto, nessuno sa dov’è, ma ognuno sa che comunque c’è. E’ un posto bellissimo, come si dice bello di un posto che si ama, ma non è facile arrivarci. Si trova sempre alla fine di una storia di lacrime e pugni, di solitudini e malvagità, dove l’uomo si mostra nella sua capacità distruttrice.

Una donna rannicchiata su se stessa pensa al danno inestinguibile che le hanno fatto e diventa come Achillea, la gladiatrice. Sono queste le donne che sembrano tracciare al mondo una via di speranza, che sanno rinascere dal dramma. Solo una donna potrebbe salvare il genere umano, anche nei piccoli miracoli di ogni giorno.

Deborah si toglie la maschera: quel corpo che le ha inflitto la condanna, sarà anche lo strumento per restituirle la dignità e per trovare qualcuno che la ami davvero. La stanza di Deborah racconta  di una storia disperata che in molte tacciono per paura, e vergogna. Una storia di un pianto di sangue che diventa primavera. Deborah, la protagonista,  è tutte le donne che portano in giro una cicatrice e con fierezza scelgono di risorgere,  con coraggio e con amore. Lo stesso amore che Deborah sta aspettando di dare all’uomo che saprà guardare oltre il suo corpo.