L’Ecosistema d’argento: un’economia silver per un modello sostenibile, presentato il libro a cura di Uil Pensionati.

Un “Ecosistema d’argento” in cui, in nome di un patto intergenerazionale, si delinei un sistema di sviluppo sostenibile nel quale infrastrutture, prodotti e servizi, nel rispetto dell’inclusività, della condivisione e della cooperazione tra gli attori pubblici e privati, siano pensati anche per gli anziani. La “silver economy”, dunque, diventerebbe uno strumento di crescita economica e di inclusività in una società sempre più anziana, nella quale l’aspettativa di vita è destinata ad allungarsi e il tasso di natalità ad abbassarsi sempre di più.

Questa la proposta evidenziata nel libro “I quattro cavalli. Stato, mercato, ambiente e welfare: l’Ecosistema d’Argento per un modello sostenibile”, a cura di Biagio Ciccone con prefazione di Carmelo Barbagallo e edito da FrancoAngeli, presentato nell’Auditorium del Museo Archeologico Nazionale (Mann) di Napoli. Nel volume si sottolinea che il fenomeno dell’invecchiamento, se ben gestito, può rappresentare una grande opportunità e generare risvolti positivi dal punto di vista economico, occupazionale e sociale.

“Nel contesto attuale in cui il debito pubblico non è in grado di far fronte ad un welfare adeguato alle crescenti esigenze degli anziani di oggi e, soprattutto, di domani, l’idea di un ecosistema sostenibile, sviluppato da un ente no profit, offre innegabilmente un’ipotesi di soluzione solidale – ha spiegato Carmelo Barbagallo, segretario generale nazionale della Uil Pensionati – La cooperazione fra gli attori pubblici e quelli privati verso un unico e comune obiettivo, quale la tutela degli anziani a tutto campo, potrebbe costituire una strada da percorrere simultaneamente alle politiche economiche e sociali individuate dallo Stato”.

“A causa di crescenti deficit di bilancio, l’intero sistema su cui si basa lo Stato sociale viene messo in crisi, con gravi ripercussioni sul sistema previdenziale ed assistenziale. Ciò, oltre a colpire direttamente le fasce di popolazione che oggi sono più anziane, costituisce un vero e proprio pericolo anche per i giovani, ai quali lo Stato di questo passo non sarà in gradi di garantire nessun tipo di tutela previdenziale. Si prospetta, dunque, un serio problema di equità intergenerazionale, oltre che di tenuta sociale del sistema”, ha rimarcato Biagio Ciccone, segretario generale Uil Pensionati Campania. Come evidenziato nel rapporto OCSE Pensions at a glace 2022, la “generazione che accede adesso al mercato del lavoro in Italia andrà in pensione in media a 71 anni d’età, mentre ora è possibile ritirarsi dalla vita attiva in media a 61,8 anni, grazie alle diverse opzioni di pensionamento anticipato finora disponibili”. Gli importi percepiti saranno più bassi visto che, secondo le vigenti norme pensionistiche, a coloro che sono entrati nel mondo del lavoro dopo il 1995 sarà applicato il sistema contributivo puro, basato sui contributi versati nel corso della carriera lavorativa. La pensione, quindi, potrebbe non corrispondere alle esigenze delle persone anziane”. Da qui, come precisato da Ciccone, la proposta di “un modello sostenibile: il cosiddetto Ecosistema d’argento che si caratterizza per la capacità di tenere insieme Stato, mercato, ambiente e welfare di cui si fa cenno nel titolo, garantendo il rispetto della sostenibilità economica, sociale e ambientale. Il modello si configura come un sistema di infrastrutture, prodotti e servizi rivolti ad una popolazione matura e realizzati nel rispetto dell’inclusività e dei parametri ambientali oggi imprescindibili, quali il risparmio energetico, la salvaguardia dell’ambiente, le soluzioni offerte dall’economi a circolare, la valorizzazione di tradizioni e tipicità”.

L’economista Elena Biffi ha mostrato i dati che evidenziano l’importanza dell’economia “silver” nella società. “Tra il 1991 e il 2016 si è ridotta del 14% la spesa dei consumi familiari e del 34,3% quella dei millennial, di contro è aumentata del 23,3% la spesa degli anziani – ha spiegato – Sono 2,3milioni gli anziani che visitano musei e mostre (+47% in dieci anni), 2,2milioni quelli che vanno al cinema (+58,2), 2milioni (+74,2%) visitano monumenti e siti archeologici, 1,6milioni si recano a teatro (+29,1%), quasi 900mila (+13,3%) vanno a concerti musicali, quasi 600mila frequentano discoteche, e balere (+12,3%), 10,7milioni (+34,9%) fanno viaggi e vacanze”. Da qui l’idea di pensare, sul modello portoghese, alla realizzazione di un ecosistema d’argento che, per essere attuato, “deve coniugare tre aspetti: crescita economica, inclusione sociale e tutela dell’ambiente”. Come sottolineato da Elena Biffi, l’Ecosistema d’argento farebbe da volano ad uno “sviluppo in grado di soddisfare i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri”. Nello specifico, è necessario sviluppare “infrastrutture, prodotti e servizi rivolti ad una popolazione matura, realizzati nel rispetto dell’inclusività e di parametri ambientali, nell’ottica di una valorizzazione di tradizioni e tipicità”.

Giovanni Sgambati, segretario generale Uil Campania, ha invece chiamato la popolazione anziana alla mobilitazione. “Siamo di fronte ad un attacco molto forte al mondo delle pensioni, sia sul versante dell’adeguamento delle pensioni che su quello di opzione donna. Per questo in queste ore, anche in Campania, riprenderemo iniziative di mobilitazione che speriamo di condividere con le altre sigle sindacati”.

Alla presentazione del volume sono intervenuti anche Lucia Fortini, assessore alla Scuola, alle Politiche Sociali e Giovanili della Regione Campania; Antonio Mattone, scrittore, giornalista e portavoce della Comunità di Sant’Egidio a Napoli e Paolo Russo, responsabile per il Mezzogiorno della segreteria nazionale di Azione.

L’iniziativa è stata introdotta e moderata da Dominika Jarocka, responsabile del coordinamento Pari Opportunità Uilp Campania. I saluti sono stati affidati a Mara D’Onofrio, presidente Ada Napoli ODV.

I dati nazionali: Una popolazione anziana sempre più numerosa, malata e spesso sola. L’Istat ha rivisto al ribasso le previsioni relative alla popolazione italiana residente per i prossimi 50 anni: nel 2050 la popolazione italiana si attesterebbe a 54,1milioni. Numero che dovrebbe continuare a ridursi raggiungendo nel 2070 i 47,6 milioni. Ne consegue una riduzione anche della fascia di popolazione in età attiva, che passerà da 38,1 a 25,8 milioni, con un calo pari a -32%. Diminuirà del 28% la quota di popolazione più giovane, che scenderà da 7,7 a 5,5 milioni di individui e contestualmente, a fronte dell’incremento della popolazione anziana, che passerà dai 13,9 milioni attuali arriverà a 16,3 milioni. Secondo le previsioni, nel 2070 più di un italiano su tre avrà più di 65 anni, mentre il peso della popolazione in età attiva passerà dal 63,8% al 54,1%.

La speranza di vita alla nascita è prevista aumentare di 7,2 anni per gli uomini, passando da 79,3 anni del 2020 a 86,5 anni del 2070; per le donne l’indicatore per lo stesso periodo raggiungerà un valore pari a 89,5 anni con un incremento di 5,4 anni. Per quanto riguarda le condizioni di salute, i dati raccolti tra il 2017 e 2020 da Passi D’Argento (un sistema di sorveglianza della popolazione con più di 64 anni e che vede coinvolte 17 regioni) stimano che nel 2020 i malati cronici anziani sono pari a 11 milioni di persone (l’80% della popolazione di riferimento). Più della metà della popolazione anziana presenta almeno due malattie croniche, mentre si dichiarano in buona salute circa due anziani su cinque. La presenza di malattie croniche negli anziani è più frequente fra le donne e le persone con basso livello di istruzione. La quasi totalità delle persone fragili e di quelle con disabilità riceve aiuto, ma il carico di cura e di assistenza è per lo più sostenuto dalle famiglie. Il 10% degli anziani disabili riceve aiuto a domicilio da operatori socio-sanitari. La percentuale cala al 3% tra gli anziani fragili. Il progressivo invecchiamento della popolazione ha generato significativi effetti sul sistema del welfare, in ragione del crescente bisogno di assistenza sanitaria legato alla cura delle patologie croniche, ma anche sull’aspetto della socialità dal momento che gli anziani possono soffrire maggiormente della condizione di isolamento sociale.  Nel 2020 in Italia sono stimati in poco più di 4milioni gli anziani che vivono soli, di cui il 73% sono donne.

I dati nel Mezzogiorno d’Italia: La popolazione del Mezzogiorno, rispetto al resto d’Italia, è più malata e più povera. Gli anziani residenti nel Mezzogiorno trascorrono in media due giorni in più al mese in cattiva salute rispetto ai coetanei residenti in altre regioni. La fragilità è diffusa in misura doppia tra i residenti del Mezzogiorno: 24,6% rispetto al 12,7% fra gli anziani residenti nel Nord Italia. Nel Mezzogiorno, inoltre, c’è un’alta incidenza di isolamento sociale: un anziano su 4 vive in condizione di isolamento sociale, anche in questo caso in misura più che doppia rispetto agli anziani. Anche la spesa sociale registra forti divari territoriali. Agli anziani residenti nelle regioni settentrionali è destinato il 60% della spesa sociale per anziani, pur rappresentando il 48% della popolazione anziana italiana. Viceversa nel Mezzogiorno, in cui risiede circa un terzo della popolazione anziana, si spende meno di un quinto delle risorse destinate ai servizi socio – assistenziali. Il dato è ancora più preoccupante se si considera che gli anziani del Mezzogiorno sono più poveri rispetto a quelli che abitano nel resto d’Italia. Considerando la distribuzione dei beneficiari secondo il reddito da pensione, nel Sud e nelle isole circa un pensionato su cinque appartiene al quinto più povero della distribuzione dei redditi pensionistici (percepisce circa 7mila euro lordi); nelle aree settentrionali, la quota è 10 punti più bassa.

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