Lontano dagli occhi, Paolo Di Paolo presenta il suo libro giovedì 6 a iocisto.

«Niente ci accomuna come l’essere figli»Tre storie diverse, la stessa città – Roma, all’inizio degli anni ottanta – e lo stesso destino: smettere di essere soltanto figli, diventare genitori. Eppure Luciana, Valentina, Cecilia non sono certe di volerlo, si sentono fragili, insofferenti. Così come sono confusi, distanti, presi dai loro sogni i padri. Si può tornare indietro, fare finta di niente, rinunciare a un evento che si impone con prepotenza assoluta? A osservarli c’è lo sguardo partecipe di un io che li segue nel tempo cruciale della trasformazione. Un giro di pochi mesi, una primavera che diventa estate. Tra bandiere che sventolano festose, manifesti elettorali che sbiadiscono al sole e volantini che parlano di una ragazza scomparsa, le speranze italiane somigliano a inganni. Poi ecco che una nuova vita arriva e qualcosa si svela. Lontano dagli occhi è una dichiarazione d’amore al potere della letteratura, alla sua capacità di avvicinare verità altrimenti inaccessibili. Ricostruendo con la forza immaginifica della narrazione l’incognita di una nascita, le ragioni di una lontananza, Paolo Di Paolo arriva a rovesciare la distanza dal cuore suggerita dal titolo. Una storia sul peso delle radici, su come diventiamo noi stessi.

Paolo Di Paolo è del 1983. Intorno ai quindici anni, combattuto tra la passione dei fumetti e quella del giornalismo, intratteneva una corrispondenza con Montanelli. A diciotto anni era su un palcoscenico con Franca Valeri, a venti esordiva con i racconti di Nuovi cieli, Nuove carte (Empirìa, finalista Premio Calvino). Poche persone hanno la fortuna di capire fin da subito quali siano i propri talenti e dedicarsi a essi con costanza e passione, senza perdere tempo con i tentativi e le velleitarie sperimentazioni tipiche della gioventù. Di Paolo si presenta oggi come uno degli autori più “attrezzati” della scena letteraria italiana, non a caso la sua attività di narratore è alternata a quella di giornalista, saggista e critico letterario. La sensibilità dello scrittore, insomma, si appoggia su una potente e vasta conoscenza della letteratura e del mondo editoriale italiano.