Chiuso il centro per i disturbi alimentari a Soccavo, la denuncia di una giovane donna.

da una nostra lettrice di 25 anni riceviamo e pubblichiamo

In data 18/11/2020 è stata comunicata la rimodulazione dei servizi delle Unità operative semplici dipartamentali “Disturbi del Comportamento Alimentare e cure residenziali e semiresidenziali”, che tradotto significa che a Napoli l’unico ambulatorio dedicato alla cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare verrà chiuso.

Le linee guida Regionali e Nazionali prevedono la presenza di un ambulatorio Di Disturbi del Comportamento Alimentare in ogni ASL. Per la cura dei DCA è necessario un intervento multidisciplinare che preveda visita Psichiatrica, Psicoterapia e visita Nutrizionale.

Scrivo queste parole con la disperazione e con il cuore in mano chiedendo solo di essere ascoltata e di ascoltare il mio grido d’aiuto che in realtà è solo una delle tante, tantissime voci di dolore che in questi giorni appartengono a tutti i pazienti e i genitori e famigliari di questo centro.

Per anni sono stata alla ricerca di una soluzione ai miei problemi, per anni mi sono imbattuta alla ricerca di un medico che potesse aiutarmi. Ma non esisteva o meglio nessuno era stato in grado di capirne niente.

Mi sono rivolta a diverse strutture con la speranza di trovare una salvezza,ma nulla è stato in grado di essere per me un aiuto.

Ho trovato un ambiente freddo, un ambiente scarso a livello di umanità, mi sono sentita un numero o ancor peggio un animale in una stalla.

Ho passato anni nell’oblio e nella dimenticanza, anni nel silenzio e dell’invisibilità. Il mio grido di dolore lo sentivo solo io e persa nelle mie pene giunsi alla conclusione che forse per me non c’era soluzione.

Quando mi sono rivolta al Dipartimento dei disturbi del Comportamento Alimentare di Soccavo, è stato per me l’inizio di una vita.

Quel centro non ha preso in carico il mio disturbo, ma la mia persona. Ho trovato un ambiente accogliente, un ambiente dove a prendersi cura dove ci si prendeva cura del paziente creando una grande sinergia.

Mi sono sentita amata,come in nessun altro posto avevo mai percepito di esserlo. Mi hanno accompagnata in ogni singolo passo verso la vita,giorno dopo giorno senza mai farmi sentire sola, consentendomi di avere un trattamento a 360 gradi.

Quando ho saputo della chiusura sono morta. Morta, non avrei altre parole per descriverlo.
Il mio cuore ha smesso letteralmente di battere. Una pietra gigante mi è piombata addosso e la mia vita si è distrutta. È calato una coperta nera sui miei occhi dando solo spazio a dolore, e sconforto e disperazione.

Quando si entra nel dca di Soccavo non si respira l’aria di un ambulatorio di ospedale o di Asl. Si respira il profumo di casa, quella della nonna o delle madri, quello della vita e del calore umano. Quello della competenza, professionalità e umanità, della gioia, dell’unione,della simpatia.

I DCA non sono patologie che si curano con un qualunque medico psichiatra, ma sono curabili da un’ equipe formata da varie figure che collaborano tra loro, che accompagnano il pazienti in ogni singolo passo.

Oltre a tutto questo ciò che puo curare il dca è l’amore. L’ empatia,il legame emotivo, i gruppi genitori, i gruppi famiglia dove ogni genitore e figlio poteva esporre il proprio dolore, i propri problemi, confrontandosi con gli altri ,i gruppi ragazzi, dove non ci si sentiva mai soli, i gruppi delle persone che soffrono di obesità, l’attività dello yoga, il gruppo di arteterapia Perché i disturbi alimentari hanno bisogno di amore, di ascolto, di presenza. Con tutto l’ amore del mondo e lo dico per esperimenza personale. E il centro dca di Soccavo offre tutto questo.

Chiudere il centro dca di Soccavo sarebbe come essere responsabili alla morte fisica e dell’anima di tanti altri ragazze e ragazze e sopratutto —- >anche<—– di persone adulte. Siamo in Italia,un paese dove il DCA è ancora una patologia dimenticata, e c’era da ritenersi fortunatissimi di avere a Napoli questo centro.

Iniziare un nuovo percorso con nuovi terapeuti è una condizione estrema di stress psicofisico, è’ destabilizzante e inoltre i dottori delle nostre asl di appartenenza non hanno le stesse compenze nel settore dei disturbi alimentari, e il 99,9 % non sanno nemmeno di cosa si tratta. Io personalmente sono affranta dal dolore. Non ho altre parole da dire. Mi sento persa e vuota, senza alcun punto d appoggio.

Le mie parole sono anche di tutti gli altri pazienti e famigliari che stanno passando questi giorni nella disperazione e che per anni hanno trovato nel DCA di Soccavo un punto di aiuto fondamentale e inimitabile

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