Coronavirus, Unicef: senza un’azione urgente ogni giorno potrebbero morire ulteriori 6.000 bambini sotto i 5 anni per cause prevenibili a causa della pandemia che sta devastando sistemi sanitari già fragili.

“Secondo l’UNICEF, nei prossimi 6 mesi potrebbero morire ogni giorno ulteriori 6.000 bambini per cause prevenibili a causa della pandemia di COVID-19, che continua a indebolire i sistemi sanitari e a interrompere i servizi di routine” ha dichiarato il Presidente dell’UNICEF Italia Francesco Samengo.

 

I dati sono basati sull’analisi dei ricercatori della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, pubblicata nel The Lancet Global Health journal. Secondo il peggiore di 3 scenari in 118 paesi a medio e basso reddito, l’analisi stima che ulteriori 1,2 milioni di morti di bambini sotto i 5 anni potrebbero verificarsi in soli 6 mesi, a causa della riduzione dei livelli di copertura nei servizi sanitari di routine e di un incremento della malnutrizione acuta dei bambini.

 

“Queste morti potenziali si aggiungeranno ai 2,5 milioni di bambini che già muoiono prima del quinto compleanno ogni sei mesi nei 118 paesi compresi nello studio, minacciando di ribaltare i progressi di circa dieci anni nel porre fine alle morti prevenibili dei bambini sotto i 5 anni. Inoltre, circa 56.700 morti materne in più potrebbero verificarsi in soli 6 mesi e si aggiungerebbero alle 144.000 morti che già avvengono negli stessi paesi in un periodo di 6 mesi”, ha sottolineato il Presidente dell’UNICEF Italia Francesco Samengo.

 

“Secondo lo scenario peggiore, il numero globale di bambini che muoiono prima del quinto compleanno potrebbe aumentare per la prima volta dopo decenni,” ha dichiarato Henrietta Fore, Direttore generale dell’UNICEF. ”Non dobbiamo lasciare che le madri e i bambini diventino danni collaterali nella battaglia contro il virus. Non dobbiamo lasciare che i progressi degli ultimi dieci anni nel ridurre le morti prevenibili di madri e bambini vadano persi.”

 

Nei paesi con sistemi sanitari già deboli, il COVID-19 sta causando l’interruzione della catena di rifornimenti medici e sta facendo pressione sulle risorse finanziare e umane. Le visite ai centri sanitari diminuiscono a causa di lockdown, coprifuoco, interruzione dei trasporti e in quanto le comunità continuano a temere il contagio. In un commento al rapporto Lancet, l’UNICEF avverte che queste interruzioni potrebbero causare un aumento potenzialmente devastante delle morti materne e dei bambini.

 

Lo studio analizza 3 scenari per l’impatto della riduzione degli interventi salvavita sulle morti materne e dei bambini dovuta alla crisi. Nello scenario meno grave, dove la copertura sarebbe ridotta del 15%, si prevede un incremento del 9,8% della mortalità dei bambini sotto i 5 anni o circa 1.400 bambini al giorno, e un incremento dell’8,3% della mortalità materna.

 

Nello scenario peggiore, dove gli interventi sarebbero ridotti di circa il 45%, ci sarebbe un incremento del 44,7% della mortalità dei bambini sotto i 5 anni e del 38,6% di quella materna ogni mese.

 

Questi interventi riguardano le cure pre e post natali, il parto, le vaccinazioni e i servizi di prevenzione e cura. Le stime mostrano che se, per qualsiasi motivo, le cure mediche di routine venissero interrotte e l’accesso al cibo diminuisse, l’incremento della mortalità materna e dei bambini sarebbe devastante. La maggior parte delle ulteriori morti di bambini sarà causata da un incremento della percentuale di quelli colpiti da malnutrizione acuta – con un impatto potenziale che va oltre il sistema sanitario – e la riduzione delle cure di sepsi e polmonite neonatali.

 

Secondo questa ricostruzione e nell’ipotesi della riduzione della copertura degli interventi prevista dallo scenario peggiore, i 10 paesi che potrebbero avere il più ampio numero di morti ulteriori di bambini sono: Bangladesh, Brasile, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, India, Indonesia, Nigeria, Pakistan, Uganda e Repubblica Unita della Tanzania.

I 10 paesi con maggiori possibilità che si verifichi la più alta crescita del tasso di mortalità dei bambini nello scenario peggiore sono: Gibuti, Swaziland, Lesoto, Liberia, Mali, Malawi, Nigeria, Pakistan Sierra Leone e Somalia. In questi paesi sono fondamentali continui rifornimenti di servizi salvavita.

 

Oltre alla stimata crescita potenziale della mortalità materna e dei bambini sotto i 5 anni descritta nell’analisi del Lancet Global Health Journal, l’UNICEF è profondamente allarmato dagli ulteriori effetti a catena della pandemia sui bambini:

 

  • Il 77% circa dei bambini sotto i 18 anni nel mondo – 1,80 miliardi su 2,35 miliardi – a inizio maggio vivevano in uno dei 132 paesi con politiche per rimanere a casa.
  • Circa 1,3 miliardi di studenti – oltre il 72%non vanno a scuola a causa delle chiusure nazionali delle scuole in 177 paesi.
  • Il 40% della popolazione mondiale non può lavare le mani con acqua e sapone a casa.
  • Quasi 370 milioni di bambini in 143 paesi che normalmente si affidano ai pasti scolastici per una fonte di nutrizione quotidiana affidabile devono ora guardare ad altre fonti, dato che le scuole sono chiuse.
  • Dal 14 Aprile, oltre 117 milioni di bambini in 37 paesi potrebbero non ricevere le vaccinazioni contro il morbillo a causa dello stop alle campagne di vaccinazione per ridurre il rischio di diffusione del virus.

 

Questa settimana, l’UNICEF lancia #Reimagine, una campagna globale per evitare che la pandemia di COVID-19 diventi una crisi duratura per i bambini, sopratutto per quelli più vulnerabili – come coloro colpiti da povertà, esclusione o violenza in famiglia. Attraverso la campagna, l’UNICEF sta lanciando un appello urgente a governi, opinione pubblica, donatori e settore privato per unirsi all’UNICEF e trovare una risposta, riprendersi e reimmaginare un mondo che attualmente è sotto assedio a causa del coronavirus:

 

  • Rispondere: dobbiamo agire adesso per fermare la diffusione della malattia, aiutare gli ammalati e proteggere i primi soccorritori che rischiano le proprie vite per salvare quelle degli altri.
  • Riprendersi: anche quando la pandemia rallenterà, ogni paese dovrà continuare a lavorare per mitigare gli effetti sui bambini e identificare i danni. Le comunità dovranno inoltre lavorare insieme e oltre i confini per ricostruire e prevenire il ritorno della malattia.
  • Reimmaginare: se abbiamo imparato qualcosa dal COVID-19 è che i nostri sistemi e politiche devono proteggere le persone, sempre, non solo in tempi di crisi. Mentre il mondo si riprende dalla pandemia, adesso è tempo di gettare le basi per ricostruire meglio.

 

Per lanciare la campagna, due partner dell’UNICEF – Pandora e ING – hanno entrambi effettuato una generosa donazione per fare la loro parte nella risposta a questo appello e per stimolare altre donazioni nelle prossime settimane.

 

“La crisi del COVID-19 è una crisi dei diritti dei bambini. Abbiamo bisogno di una risposta nel breve, nel medio e nel lungo termine che non affronti solo le sfide causate dalla pandemia e gli impatti secondari sui bambini, ma che sottolinei anche un piano chiaro per ricostruire un mondo migliore quando la crisi finalmente finirà. Per questo, abbiamo bisogno di idee, risorse, creatività e del cuore di tutti. È una nostra responsabilità condivisa oggi, quella di reimmaginare il mondo di domani”, ha aggiunto Fore.