Tracciabilità per contrastare alcolismo tra i minori.

Una ragazza fotografata con un bevanda alcolica. Il 13,6% dei minori tra gli 11 ed i 15 anni ha consumato alcol. Il dato emerge dalla ottava Relazione annuale al Parlamento sugli interventi realizzati dal Ministero della salute e Regioni in attuazione della legge-quadro 125/2001 in materia di alcol. "Nella classe di età al di sotto dell'età legale (11-15 anni), per la quale le agenzie di sanità pubblica prescrivono la totale astensione dal consumo di alcol - si legge nella Relazione - ben il 13,6% degli intervistati (maschi: 15,2%; F: 12%) dichiara di aver bevuto almeno una bevanda alcolica nel corso dell'anno e deve pertanto essere considerato a rischio". ANSA/FRANCO SILVI

Tracciare la vendita degli alcolici per contrastare la loro diffusione tra i minorenni: è questo il senso della proposta lanciata dal comitato genitori No Alcol di Napoli sulla propria pagina Facebook e rilanciata oggi pomeriggio dal suo presidente Gerardo Avallone nel corso del programma radiofonico “Il capitale umano” in onda su radio Crc.

“Durante le ronde che effettuiamo periodicamente ci è capitato di assistere anche dodicenni in come etilico per un eccessivo consumo di superalcolici, spesso comprati per loro conto da maggiorenni incoscienti” ha dichiarato Avallone “Rivolgiamo un appello alle istituzioni e alle forze politiche affinché la nostra proposta di tracciare la vendita diventi un provvedimento normativo”.

L’idea è quella di introdurre l’obbligo di esibire la tessera sanitaria per l’acquisto delle bevande con gradazione superiore a 1,2 gradi, considerate alcoliche dalla legge quadro n°125 del 30 marzo 2001.

In pratica, si chiede l’adozione di un provvedimento che imponga a supermercati, enoteche e bar quanto già previsto per la vendita delle sigarette in orario di chiusura dei tabaccai.

L’obiettivo dell’iniziativa è quello di intervenire sulla fase di acquisto per ridurre il cosiddetto “passaggio di mano” tra adulti e minori.

Combinare l’uso della tessera sanitaria con il codice a barre presente su ogni prodotto consentirebbe facilmente di tracciare il percorso di vendita di una bottiglia posseduta da un minorenne. Di conseguenza, sarebbe facile risalire fino al suo acquirente reale e quindi consentire la punibilità dell’acquirente adulto resosi protagonista della cessione illegale.

Nel corso della trasmissione, l’appello rivolto alle istituzioni e alle forze politiche dal Comitato Genitori No Alcol è stato accolto da Giovanni Pagano, assessore della Municipalità 8: “Nei nostri territori il fenomeno dell’alcolismo minorile è preoccupante. Con il presidente della Municipalità 8, Apostolos Paipais, già domani inviteremo la ministra per la Famiglia, Elena Bonetti di fare sua questa proposta”. (ANSA).

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