Brividi d’Estate, gli appuntamenti della seconda settimana all’Orto Botanico.

Si aprirà con una novità assoluta in scena la seconda settimana di programmazione di Brividi d’Estate 2019 nell’affascinante cornice del Real Orto Botanico di Napoli, che continua a essere il ‘palcoscenico’ naturale per la rassegna nata da un’idea di Annamaria Russo, sostenuta dalla sensibilità e la collaborazione dell’Università Federico II di Napoli, che gestisce il parco, e con il patrocinio del Comune di Napoli.

Cinque serate, da giovedì 4 a lunedì 8 luglio 2019 alle ore 21.00, che vedranno ben quattro spettacoli in scena e il primo appuntamento con l’originale format de La Cena con Delitto, che continueranno a regalare brividi e grandi emozioni, in piena estate.

La programmazione proporrà, giovedì 4 luglio, la prima novità di questa edizione, Stanotte ho saputo che c’eri con Rosalba Di Girolamo, liberamente tratto da “Lettera a un bambino mai nato” di Oriana Fallaci. E’ la storia di una madre capace di difendere il suo bambino da tutto e tutti, ma forse non da se stessa. E’ sul terreno scivoloso del dubbio in cui forse ogni donna è destinata a inciampare, che tocca inoltrarsi avventurandosi nelle pagine  di questo testo che ha segnato un’epoca e continua a graffiare la coscienza.

Venerdì 5 luglio toccherà a Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcìa Màrquez, con Paolo Cresta e i Ringe Ringe Raja, adattamento e regia di Annamaria Russo e Ciro Sabatino. I libri amati sono la valigia di suggestioni, di emozioni, che ci portiamo dietro, per un giorno o per una vita.

Sabato 6 luglio la rassegna proseguirà con il primo appuntamento de La cena con delitto, il Murder Party nello scenario del Real Orto Botanico di Napoli, per giungere a domenica 7 luglio per la rappresentazione di L’amico ritrovato di Fred Uhlman, con Paolo Cresta. E’ la storia di un’amicizia, grande come può esserlo solo a sedici anni. Assoluta, esclusiva, devastante, più violenta e coinvolgente dell’amore e tanto più capace di spezzare il cuore.

Lunedì 8 luglio, Nico Ciliberti, Francesco Desiato e Giacinto Piracci saranno gli interpreti di Tu Mio di Erri De Luca, per la regia di Annamaria Russo. Tu mio è una storia d’amore straniante, sullo sfondo dell’isola d’Ischia. Il mare, la musica, le voci dei pescatori e quelle più lontane di una guerra finita da poco: l’affresco di un’epoca e un’età difficili. E’ una corsa a perdifiato verso la fine di un amore senza fine della giovinezza. E’ il desiderio disperato di riscattare la morte con l’amore.

 

Tutti gli spettacoli avranno inizio alle ore 21.00, ingresso euro 16, il lunedì euro 12

Le cene con delitto avranno un costo di euro 30, inizio ore 21.00

Informazioni ai numeri 0815422088, mob 3473607913

Prenotazioni sul sito www.ilpozzoeilpendolo.it

Giovedì 4 luglio, ore 21.00

STANOTTE HO SAPUTO CHE C’ERI

liberamente tratto da “Lettera a un bambino mai nato” di Oriana Fallaci

con Rosalba Di Girolamo

E’ la storia di una scelta. Dare vita ad un altro essere umano è il miracolo più grande della vita ma anche la responsabilità più pesante

Decidere se dare la vita o negarla, quando non si ha fede, non si crede in Dio vuol dire dover percorrere da soli una strada ancora più difficile, piena di contraddizioni e lacerazioni interiore.

Stanotte ho saputo che c’eri è la storia di  una madre capace di difendere il suo bambino da tutto e tutti, ma forse non da se stessa.

E’ sul terreno scivoloso del dubbio  in cui forse ogni donna è destinata  ad inciampare, che tocca inoltrarsi avventurandosi nelle pagine  di questo testo che ha segnato un’epoca e continua a graffiare la coscienza.

 

Venerdì 5 luglio, ore 21.00

CENT’ANNI DI SOLITUDINE 

di Gabriel Garcìa Màrquez

con Nico Ciliberti, Francesco Desiato e Giacinto Piracci

con Paolo Cresta
musiche dal vivo Ringe Ringe Raja
adattamento e regia Annamaria Russo e Ciro Sabatino

Un viaggio tra le pagine di Cent’anni di solitudine, tra le parole che si fanno musica e la musica che si fa parola, tra le suggestioni di un paese che vivrà fino a quando la stirpe del suo fondatore avrà vita, tra una ridda di sentimenti estremi e l’ineluttabile solitudine di mille personaggi che non riescono mai ad essere soli.

Un racconto musicale, un concerto di parole per uno spettacolo che vorrebbe essere una preghiera laica dedicata all’immensità della letteratura.

I libri amati sono la valigia di suggestioni, di emozioni, che ti porti dietro, per un giorno o per una vita. I libri amati hanno il sapore di una stagione dell’esistenza, qualche volta ti restituiscono inalterata l’ingenuità stupita di un passato prossimo o remoto.

I libri amati sono i brividi, le risate, le lacrime di scorta nei giorni grigi di una quotidianità un po’ sbiadita. Il libri amati hanno titoli che spalancano il sorriso: Cent’anni di solitudine è uno di questi. Sono pagine che ti fanno viaggiare da fermo, sono parole che hanno attraversato tre generazioni, legandole a quel sottile filo di appartenenza che fa sentire i lettori membri di una casta privilegiata. Una casta di milioni di lettori.

Quelle pagine, quelle parole che risuonano nelle orecchie dell’esercito di Cent’anni di solitudine” scatenano l’urgenza di un bisogno: ascoltarle ancora, addentrarsi nella calura infuocata di quel paese mitico che si chiama Macondo, fissare gli occhi stanchi del colonnello Aureliano Buendìa.

Sabato 6 luglio, ore 21.00

CENA CON DELITTO

Anche quest’anno, la rassegna Brividi d’Estate ospiterà, nel parco più bello di Napoli, la Cena con Delitto, un format che 17 anni fa il Pozzo e il Pendolo ha importato dalla Gran Bretagna. Il murder party, di matrice anglosassone nasce nella seconda metà dell’ottocento, come forma di intrattenimento dell’alta borghesia.

Noi per prima l’abbiamo portata in Italia  tentando di restare fedeli ai  cardini fondamentali del format originale: la fusione tra il teatro ed il gioco, l’utilizzo del modello d’indagine deduttivo, l’interazione tra il pubblico e gli attori, l’ossequio alla regola della credibilità.

E da 17 anni, al di là del fiorire di rivisitazioni più o meno riuscite di Cene con Delitto, restiamo l’unico punto di riferimento accreditato in Italia per i murder party. Ed il nostro format, continuamente aggiornato e arricchito di novità,  attraversa, inossidabile, gli anni, continuando ad intrigare il pubblico.

 

Domenica 7 luglio, ore 21.00

L’AMICO RITROVATO

di Fred Uhlman

Hans e Konradin, due ragazzi sedicenni, frequentano la stessa scuola esclusiva. L’uno è figlio di un medico ebreo, l’altro è di ricca famiglia aristocratica. Tra loro nasce un’amicizia del cuore, un’intesa perfetta e magica. Un anno dopo, il loro legame è spezzato. Questo accade in Germania, nel 1933.

La storia di un’amicizia, dunque. Grande come può essere l’amicizia solo a 16 anni. Assoluta, esclusiva, devastante. Più violenta e coinvolgente dell’amore e tanto più capace di spezzare il cuore.

L’amico ritrovato è uno di quei libri che all’ultima pagina ti lasciano una voragine dentro, che a guardarci in fondo nasconde i rimpianti, le ferite ed i sorrisi di un’età che ciascuno custodisce gelosamente tra le pieghe della vita. E’ un inno all’amicizia e al coraggio di vivere malgrado tutto.

 

Lunedì 8 luglio, ore 21.00

TU MIO

di Erri De Luca

con Nico Ciliberti, Giacinto Piracci
regia Annamaria Russo

Una storia d’amore straniante, sullo sfondo dell’isola d’Ischia. Il mare, la musica, le voci dei pescatori e quelle più lontane di una guerra finita da poco: l’affresco di un’ epoca e di un’ età difficili.

Quando meno te lo aspetti. Un odore, un riverbero di luce, due occhi. E’ un pugno dritto alla bocca dello stomaco. Da lasciarti senza fiato. Quando i conti con la vita credevi di averli saldati tutti.

Accade. Un odore, un riverbero di luce, due occhi. Identici. Sembra una beffa del destino. Ma la pellicola della memoria ricomincia a scorrere. E graffia l’anima. Di nuovo.Come allora. Ci sono occhi che ti restano dentro. Inesorabili. Per sempre. Poi un giorno li ritrovi. Magari su un altro volto. Magari in un’altra vita. Ti ci smarrisci dentro come allora. E ricomincia il viaggio verso un nuovo addio.

Tu mio è una corsa a perdifiato verso la fine di un amore senza fine. E’dolore stretto dentro i pugni di una vita che non lascia alternative. E’ la voglia di riscrivere una storia con l’incoscienza della giovinezza. E’ il desiderio disperato di riscattare la morte con l’amore.

Tu mio è una storia d’amore struggente. E’ il suono della risacca, l’odore del mare, il cuore che batte in gola. E’ l’emozione di un bacio che sa di lacrime, è una guerra appena finita che ancora brucia dentro. E’ l’estate di un giorno remoto in bilico su un precipizio di sentimenti.
La scelta di mettere in scena di Tu mio parte da un ricordo. Da quella malinconia dolce che ti scivola addosso quando spalanchi una porta del passato. Il racconto di Erri De Luca ha funzionato da chiave. Le sue parole asciutte, ruvide, che non concedono mai nulla alla facile commozione, hanno forzato la serratura che custodiva memorie di un tempo lontano, eppure più vivido del presente.

Con un testo così, o cedi allo sfogo scomposto del pianto, o provi a canalizzare quel torrente di emozioni in un viaggio lacerante al centro di un’età che continua a viverti dentro e che chiede prepotentemente di essere ascoltata, assolta e riconsegnata alla pace del rimpianto. Prendere in prestito la storia di altri per riconciliarsi con la propria: un esorcismo vecchio come il mondo, che anche questa volta sembra aver funzionato…