Come funziona la gamification

Il mercato dei videogiochi è in fortissima espansione negli ultimi anni: si tratta di un business che nel 2021 dovrebbe avere un giro di affari pari a 159 miliardi di dollari, per poi raggiungere i 200 miliardi intorno al 2023. Una crescita quasi esponenziale, che può contare su quasi 3 miliardi di videogiocatori sparsi nel mondo: c’è chi gioca da console, chi da computer e chi da smartphone o tablet. L’Italia rappresenta ancora una piccola fetta della torta dei profitti, ovvero circa 2 miliardi e mezzo di dollari; mentre ci sono paesi come gli USA che producono quasi 70 miliardi di dollari in profitti ogni anno.

 

I videogiochi ormai sono entrati a far parte della nostra quotidianità e sono arrivati addirittura nei tornei delle Universiadi, spiegato qui: https://www.gazzettadinapoli.it/. Il motivo di questa crescita si nasconde anche al fatto che sempre più giochi dispongono di modalità free-to-play (da giochi di questo genere deriva l’85% dei profitti dell’industria del gaming). Non solo, ormai con l’avvento del digitale i costi si sono abbassati rispetto alle copie fisiche. Per non parlare poi degli smartphone, dove ci sono centinaia di migliaia di giochi gratuiti o in vendita a pochi centesimi. Ma il mondo dei videogiochi ha incominciato a influenzare anche il resto della società, tramite il fenomeno della gamification.

Cosa è la gamification e perché è diversa dai videogiochi

Chiariamolo subito: la gamification non significa trasformare un qualcosa in un videogioco, ma piuttosto serve a ricreare delle esperienze simili a quelle dei videogiochi facendo leva sugli stessi elementi di game design. Ma a cosa serve la gamification? Essenzialmente la si può applicare a dei prodotti o servizi che non sono legati al mondo dei videogiochi. Lo scopo è semplice: migliorare l’esperienza di utenti e clienti, rendendola più piacevole e motivando le persone a raggiungere degli obiettivi (che possano portare dei profitti all’azienda).

I meccanismi di gamification sono tanti e possono essere usati per quasi ogni tipo di business. Molte volte, gli utenti non si accorgono nemmeno di trovarsi di fronte a un prodotto o servizio dove viene applicata la gamification. Questo è un passaggio fondamentale, perché è anche la principale differenza rispetto a un videogioco, dove invece l’utente finale compra il gioco proprio con lo scopo di divertirsi.

Per esempio, un videogioco per il PC non fa parte della gamification, così come anche i giochi dei casinò online presenti sulle piattaforme menzionate da https://www.casinos.it non sono gamification. In quest’ultimo caso, il catalogo dei giochi di un casinò online (dal poker alle roulette) è pensato per intrattenere i giocatori sia usandoli da computer, sia dalle app dedicate per smartphone. Cambiando settore, anche i giochi da tavolo, come il famoso Sinco nato a Napoli, non fanno parte della gamification. Tutti questi esempi sono prodotti e servizi che hanno lo scopo dichiarato di intrattenere e divertire.

Come fanno i business a guadagnare dalla gamification

La gamification, invece, si applica a servizi e prodotti che non hanno lo scopo di divertire. Come andare in palestra, fare la spesa al supermercato, la benzina all’auto oppure gestire il proprio conto corrente. Tutte attività che possono essere più o meno piacevoli, più o meno ripetitive. Qui entra in gioco la gamification: inserendo tecniche di game design tipiche dei videogiochi, la gamification riesce a rivoluzionare le esperienze che hanno le persone quando compiono queste attività quotidiane.

Per esempio, inserendo un senso di progressione e un meccanismo di ricompense, è possibile motivare la clientela quando compie degli acquisti (e anche influenzarli). Consideriamo la spesa: un’attività che svolgiamo ogni giorno. Tramite la gamification, una catena di supermercati potrebbe creare un’applicazione per tenere traccia di tutti i punti spesa guadagnati dai clienti. All’interno dell’app, si potrebbe creare una classifica mensile, dove vengono premiati i primi posti ogni mese con qualche sconto speciale o anche qualche premio ad hoc.

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