Rapido 904, la strage dimenticata, Giuliana Covella presenta il suo libro a 26th Art Amodio.

libro904Lunedì 19 gennaio, alle ore 17.30, presso la sede di “26th Art Amodio”, in via Port’Alba a Napoli, si svolgerà la presentazione del libro”Rapido 904, la strage dimenticata” di Giuliana Covella, edito da Graus.

Modera il giornalista Attilio Iannuzzo.

A discuterne con l’autrice l’avvocato penalista Luigi Ferrandino.

Letture a cura dell’attrice Claudia Carbone.
Testimonianze di alcuni superstiti della strage e rappresentanti dell’Associazione dei Familiari delle Vittime del Rapido 904.

“Esiste una forza interna allo Stato, la stessa che compie le stragi, che impedisce l’accertamento della verità: lo Stato, anche in questo caso, non processerà mai se stesso”.

A parlare è l’ex giudice Ferdinando Imposimato, nel libro “Rapido 904, la strage dimenticata” di Giuliana Covella (grauseditore).

Alla vigilia del trentennale di quel massacro il volume (che inaugura la collana “Lettera 32”) ricostruisce quella che fu definita la “strage di Natale”, in cui morirono 17 persone e ne rimasero ferite 267.

Era il 23 dicembre 1984. Poco più di dieci anni prima, il 4 agosto 1974, un’altra ecatombe aveva scosso l’Italia, quella dell’Italicus con il suo bilancio di sangue di 12 morti e 48 feriti, che fu poi rivendicata da “Ordine nero”.

Ma chi ha pagato per le vittime del Rapido 904? Di chi sono le responsabilità? Chi aveva interesse a far saltare in aria la nona carrozza del Napoli –  Milano a bordo del quale viaggiavano tanti innocenti? I giudici condannarono il cassiere di Cosa Nostra Pippo Calò, i suoi aiutanti Guido Cercola e Franco Di Agostino e l’artificiere tedesco Friedrich Schaudinn, mentre fu assolto dal reato di strage il boss della camorra Giuseppe Misso, condannato solo per detenzione di esplosivo insieme all’ex parlamentare Massimo Abbatangelo.

Ma nel 2010 – sulla base di nuove testimonianze di pentiti – spunta il nome di Totò Riina, che spinge i pm della Dda di Napoli a riaprire le indagini, poi trasferite per competenza a Firenze. Secondo i magistrati la “strage di Natale” fu la prima risposta al maxiprocesso di Palermo ed è collegata agli attentati degli anni novanta: dalle consulenze tecniche è emerso che l’esplosivo usato per il Rapido 904 (pentrite, T4, nitroglicerina e tritolo) è lo stesso che negli anni ‘90 uccise Falcone e Borsellino.

Il libro punta dunque a tracciare il quadro di un accordo mafia, Stato e Servizi segreti deviati, da cui non esce immune la camorra.

Eppure oggi, a distanza di trent’anni, i mandanti restano ancora ignoti, i misteri ancora irrisolti. Lo Stato non processerà mai se stesso?

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