Il ritorno di Hamsik al San Paolo.

Formes SSC NapoliMarek Ham?ík cheers Napoli's supporters prior to the start of the UEFA Champions League Group E soccer match between SSC Napoli and KRC Genk at the San Paolo stadium in Naples, Italy, 10 december 2019. ANSA / CIRO FUSCO

Lo stadio improvvisamente al buio, la scritta 17 proiettata sul terreno di gioco, i suoi gol sui maxischermi in un video chiuso dal grande murales a lui dedicato a Quarto, vicino Pozzuoli. E’ iniziata così la festa dedicata dal Napoli a Marek Hamsik, che si è svolta nell’intervallo del match di Champions League contro il Genk.

L’asso slovacco è entrato in campo ascoltando i tifosi che urlavano “Marek, Marek”, poi ha preso il microfono: “Ho vissuto una enorme emozione – ha detto – guardando questi video, grazie davvero. Napoli è la mia seconda casa, tornare qui è sempre una gioia emozionante e incredibile, sono troppo contento di essere ancora al San Paolo”.

Poi arriva Edy Reja, il tecnico che lo fece crescere quando arrivò in azzurro 18nne dal Brescia, che gli consegna una maglia speciale per il calciatore più presente e più prolifico della storia del Napoli.

“L’ho avuto da bambino – dice Reja – aveva talento già a 18 anni, ma era un po’ gracile”. Mentre parla Reja sui maxischermi viene inquadrato il presidente azzurro De Laurentiis in tribuna e dagli spalti piovono fischi. Hamsik va al centro del campo e riceve l’ovazione dello stadio, salutando i tifosi per l’ultima volta.

Lo slovacco nelle sue 12 stagioni con il Napoli è in testa alle più importanti classifiche individuali della storia azzurra: è il calciatore con più presenze, 520, l’uomo che ha segnato più gol, 121, quello con il maggior numero di partite giocate nelle competizioni Uefa, 80. Con il Napoli ha vinto due Coppe Italia e una Supercoppa italiana. (ANSA).

Advertisements