Con la vittoria al Maradona contro il Cagliari ieri sera, il Napoli è campione d’Italia per la quarta volta nella sua storia. Ed è gioia incontenibile nella città, che per tutta la notte ha festeggiato con fuochi d’artificio, botti, fumogeni e bandiere sventolate. Una festa destinata a durare a lungo, con il suo culmine fissato a lunedì 26 maggio, quando alle 15 il bus scoperto con la squadra dello scudetto sfilerà per il lungomare della città salutando i tifosi azzurri.
Ad annunciarlo ieri sera è stato il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, incontrando la stampa a Palazzo Reale dopo la vittoria.
Sono stati intanto migliaia a riversarsi ieri sera per le strade della città e, soprattutto, in Piazza del Plebiscito. Bandiere e sorrisi, fumogeni, parrucche azzurre, nessun problema di ordine pubblico. Una festa salita di intensità minuto dopo minuto. Soprattutto ragazzi con la maglia numero 10: non hanno visto Maradona, sono passati oltre 30 anni, ma la trama è arrivata da genitori, parenti, nei minimi dettagli e il culto è osservato con pienezza. Antonio Conte, Scott McTominay, certo. I cori che si sono ascoltano ogni 15 giorni allo stadio Maradona. Ma è la maglia azzurra che i tifosi per le strade del centro avvertono come una seconda pelle. Una questione di identità.
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