Un investimento da oltre 15 milioni di euro per il biennio 2025-2026: è questo il cuore del nuovo piano presentato oggi da D&D Holding nella sua sede casertana. Un progetto ambizioso che punta a rafforzare ulteriormente il ruolo dell’azienda tra i protagonisti italiani dell’economia circolare, attraverso la realizzazione di nuovi impianti, il potenziamento delle infrastrutture logistiche e l’adozione di tecnologie di ultima generazione dedicate alla valorizzazione dei rifiuti da imballaggio.
«Creare un’economia circolare non è più un’opzione, è una necessità. Anzi, direi un obbligo», ha dichiarato il presidente Antonio Diana, sottolineando come le recenti normative europee abbiano spinto le aziende più lungimiranti a trasformarsi per restare competitive e sostenibili. «D&D Holding lo fa da anni, in maniera sempre più spinta, con investimenti mirati che danno nuova vita ai materiali e rispondono alla crescente scarsità di risorse».
Nel racconto di Diana emerge una visione chiara: il rifiuto non come problema, ma come risorsa. «Fin dal 1988, quando realizzammo il primo impianto per il trattamento degli scarti plastici industriali, abbiamo scelto questa strada. E oggi raccogliamo i frutti di quella visione: il nostro sistema è in grado di valorizzare esperienze e know-how costruiti in 25 anni».
Il nuovo piano industriale prevede tre linee di intervento: un impianto dedicato alla valorizzazione della matrice cellulosica (carta e cartone), uno per il trattamento degli scarti interni e un altro per la produzione di granulo per bottiglie in PET riciclato. «Sarà un sistema chiuso, capace di dare nuova vita a tutto ciò che entra nel sito, senza dispersioni e con minore ricorso al recupero energetico», ha spiegato il presidente. A oggi, l’azienda riesce a destinare al riciclo il 70% dei rifiuti trattati, contro il 38% di qualche anno fa.
Ma il cambiamento non riguarda solo la tecnologia. «C’è stata un’evoluzione culturale: si è passati da una raccolta differenziata fine a se stessa a una raccolta consapevole, orientata al riciclo effettivo. Oggi si misura il vero recupero, non solo la quantità raccolta», ha aggiunto Diana, sottolineando anche l’importanza di nuovi criteri di misurazione dell’impatto ambientale introdotti a livello normativo.
Quanto alla provenienza dei rifiuti, D&D Holding opera su un raggio di circa 600 chilometri, servendo prevalentemente consorzi nazionali come Corepla. Solo il 10-15% dei materiali trattati proviene da enti locali. Una rete estesa e integrata, che consente di mantenere alti standard operativi e contribuire in modo significativo alla transizione ecologica del Paese.
«L’economia circolare fa bene all’ambiente, ma mi creda: fa bene anche alle imprese» – ha concluso Diana. E D&D Holding, ancora una volta, dimostra che sostenibilità e crescita possono viaggiare nella stessa direzione