Terra dei fuochi, le reazioni alla sentenza

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 “Dopo la pronuncia della Cedu sulla Terra dei Fuochi bisogna accelerare e mettere in sicurezza il territorio. Realizzare o, quantomeno, potenziare le misure di riqualificazione che, bisogna darne atto sia alla Regione Campania che al governo nazionale, in questi anni sono stati avviati. Un intervento necessario per poterlo rendere finalmente un territorio sicuro tutelando le persone che lo vivono ogni giorno”. Così Raffaele Marrone, presidente di Confapi Napoli e responsabile ZES nazionale della Confederazione, commenta la sentenza della Cedu che ha condannato l’Italia per non aver adottato misure adeguate a contrastare l’inquinamento nell’area campana colpita dall’interramento e dal rogo di rifiuti tossici.

“La decisione della Corte conferma quanto già risaputo da anni: l’inquinamento nella Terra dei Fuochi rappresenta un’emergenza non solo ambientale, ma anche sanitaria e sociale. Ora lo Stato ha il dovere di intervenire senza indugi, mettendo in sicurezza il territorio e garantendo la salute dei cittadini”, prosegue Marrone.

“Serve un piano strutturato che preveda interventi concreti di bonifica. Territori che, una volta recuperati, possono essere al centro di politiche  di sviluppo, che restituiscano dignità a un’area devastata da decenni di incuria e illegalità”, conclude.

“La Lega risponde con i fatti all’emergenza Terra dei Fuochi, chiedendo di prorogare fino alla fine dell’anno i termini del Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) con gli interventi di riqualificazione di un territorio che per troppi anni ha sofferto, pagando un prezzo altissimo anche in termini reputazionali. Siamo orgogliosi di poter annunciare questo nostro provvedimento, presentato attraverso un emendamento al Dl Emergenza e Pnrr al momento in discussione alla Camera e al Decreto Milleproroghe all’esame del Senato. Senza questo intervento, la Campania rischia di perdere 30 milioni di euro di risorse preziose di cui il nostro territorio ha bisogno per mettere a terra progetti che restituiscano futuro, dignità, salute e vita ai cittadini. La direzione è quella auspicata dalla Corte Europea dei Diritti Umani che oggi ci richiama ad un impegno collettivo per affrontare in maniera urgente questa emergenza e di fronte a questo non possiamo voltarci dall’altra parte”.

Lo dichiarano i parlamentari campani della Lega Gianpiero Zinzi, capogruppo in commissione Ambiente alla Camera, e Gianluca Cantalamessa, capogruppo in commissione Antimafia.

“Prima le promesse mai mantenute di De Luca rispetto alla liberazione del territorio campano dalle ecoballe nonostante la dotazione economica da mezzo miliardo di euro destinata, quasi dieci anni fa, alla nostra regione dal suo ‘amico’ Renzi, allora premier, poi la negazione stessa della Terra dei fuochi, che secondo il presidente della Campania ci saremmo lasciati alle spalle già da anni. È lampante che con il verdetto emesso, la Corte europea dei diritti umani sentenzia senza appello il fallimento e il disastro operato dalla peggiore amministrazione regionale che la storia ricordi, dal Pd e dalle sinistre”. Lo dichiara Severino Nappi, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Campania.

«Una sentenza storica quella emessa oggi dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo che si è pronunciata sul caso Cannavacciuolo e altri c. Italia (domanda n. 51567/14 e altre tre domande) accertando che lo Stato Italiano ha violato l’art. 2 della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo stante l’esistenza di un pericolo concreto reale ed imminente per la salute dei cittadini campani», lo dichiara l’avv. Valentina Centonze che assiste 71 ricorrenti residenti in Terra dei Fuochi assieme agli avv. Antonella Mascia , Armando Corsini e Ambrogio Vallo. La sentenza prevede l’accertamento dell’esistenza di “un rischio sufficientemente grave, reale, accertabile e imminente dovuto al fenomeno dell’inquinamento in atto. Esistenza di un obbligo di protezione non vanificato dalla mancanza di certezza scientifica circa gli effetti precisi che l’inquinamento potrebbe avere sulla salute del richiedente. Mancata adozione da parte delle autorità del problema Terra dei Fuochi con la diligenza giustificata dalla gravità della situazione e di tutte le misure necessarie a proteggere la vita dei ricorrenti. Mancanza di una risposta sistematica, coordinata e strutturata”. Quindi, misure generali dettagliate quelle indicate dalla Corte da attuare entro due anni dalla sentenza definitiva per affrontare il problema Terra dei Fuochi. «Si evidenzia anche la necessità di una strategia globale che riunisca le misure previste – dice l’avvocato Centonze – un meccanismo di monitoraggio indipendente e una piattaforma informativa. La Corte si riserva da parte della Corte di valutare danni morali ai ricorrenti in base al comportamento delle autorità governative circa gli strumenti individuati per supplire alle carenze segnalate e le misure correttive raccomandate dalla Corte ai sensi dell’articolo 46 della presente sentenza».

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