L’erotismo nelle domus, mostra a Pompei dal 14 aprile.

Non solo il bellissimo affresco con Leda e il cigno. Nell'atrio della stessa dimora gli archeologi hanno riportato alla luce a Pompei anche un altro strepitoso affresco con l'immagine di Narciso che si specchia nella sua immagine, secondo l'iconografia classica. Lo annuncia la direttrice ad interim Alfonsina Russo. "La bellezza di queste stanze ci ha indotto a modificare il progetto e a proseguire lo scavo - racconta- Ciò sentirà in futuro di aprire alla fruizione del pubblico almeno una parte di questa domus". Pompei, 14 febbraio 2019. ANSA/ UFFICIO STAMPA +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

Il 14 aprile il Parco Archeologico di Pompei inaugurerà una mostra dedicata alla sensualita’ e all’erotismo rappresentato in molti affreschi e sculture presenti nelle domus piu’ sontuose – ma anche nelle meno lussuose – dell’ antica citta’ di Pompei.

Scene domestiche dipinte sulle pareti che richiamano ai miti greci rappresentano spesso donne e uomini giovani, nudi o seminudi, come Selene e ed Endimione o Arianna e Dioniso o Venere e Marte.

Scene in cui il soggetto maschile guarda la dea addormentata o, viceversa, capita che sia la dea a guardare il pastore dormiente, oppure le due figure dell’Olimpo si uniscono in un abbraccio amoroso.

”Il tema della sensualità è onnipresente – afferma il direttore generale del Parco Archeologico Gabriel Zuchtriegel – ma non e’ ne’ scandaloso ne’ banale. Abbiamo deciso percio’ di offrire una mostra sul questo aspetto di Pompei, in una esposizione che inaugureremo il 14 aprile nella Palestra Grande. Sara’ dedicata ai numerosi nudi artistici presenti negli spazi pubblici delle domus”.

”Spesso – aggiunge Zuchtriegel – l’argomento erotismo ha creato imbarazzo, ma va spiegato storicamente per dare ai visitatori le ragioni sociologiche e culturali che suggeriscono. Anche sul carro trovato a Civita Giuliana abbiamo trovato rappresentate scene erotiche sui medaglioni. Come spiegare questa sensualita’ ripetuta nelle quotidiane scene di vita? Ebbene, queste immagini non avevano una funzione scandalistica, ma richiamavano aspetti sociali che prendevano origine dai privilegiati rapporti di Roma con la Grecia. Infatti, a Roma, e qui a Pompei, le autorità’, gli uomini di potere, parlavano il greco e anche l’arte veniva rappresentata a teatro in lingua greca. Il mito greco del corpo nudo era quindi un tema considerato raffinato. Queste rappresentazioni erotiche sono quindi di cultura greca o grecizzante, elementi quindi che avevano una funzione sociale, che rappresentavano un codice culturale”. (ANSA).