“Il modello italiano di assistenza alla povertà e in particolare a quella alimentare è basato sulla collaborazione tra lo Stato e 17mila realtà private – dichiara Martina – penso che dobbiamo rafforzare questo sistema, di cui il Banco Alimentare è un ottimo esempio, capace di abbinare solidarietà e professionalità”. Fondato nel 1989, il Banco Alimentare recupera dalla filiera alimentare e distribuisce alle strutture caritative cibo che altrimenti andrebbe sprecato. Grazie alla sua esperienza, ha ottenuto l’assegnazione anche del recupero del cibo invenduto all’Esposizione Universale: “In questi primi due mesi abbiamo distribuito alle realtà assistenziali 5 tonnellate di cibo ancora intatto – spiega Giussani – finora abbiamo operato a Sito Espositivo chiuso e cioè di notte, ma dai prossimi giorni estenderemo l’attività anche durante il giorno, grazie a speciali bici elettriche con cassone distribuite ai nostri volontari”
Un italiano su 10 soffre di povertà alimentare. Di questi, 1 milione e 300 mila sono minorenni. È quanto emerge dall’indagine “Food Poverty Food Bank”, realizzata dall’Università Cattolica di Milano, in collaborazione con Fondazione Deutsche Bank e Pwc, presentata a Expo dal Banco Alimentare. Gli italiani che non possono mangiare un pasto adeguatamente proteico ogni due giorni sono più che raddoppiati rispetto al 2007, passando dal 6% al 14%. Il 65% degli enti convenzionati col Banco ha osservato un aumento dei propri assistiti tra il “moderato” e il “forte”: si tratta di persone disoccupate, indebitate e separate o divorziate che chiedono di poter ricevere un pacco alimentare. “In un Paese sviluppato come l’Italia ‘povertà alimentare’ non significa morire di fame – ha spiegato il professore di Sociologia generale dell’Università Cattolica, Giancarlo Rovati – ma piuttosto avere una dieta con apporti nutrizionali insufficienti”. Secondo i dati forniti da Banco Alimentare la povertà sembra una condizione in via di cronicizzazione nel nostro Paese, dove nel 2014 il 47% degli Enti non ha segnalato persone uscite dalla condizione di bisogno, percentuale che sale al 57% nelle aree del sud dove la povertà è quantitativamente più diffusa e più persistente. La principale causa di povertà nel 2014 è stata la perdita di lavoro (nell’80% dei casi). “E’ chiaro che bisogna agire su questo versante – ha aggiunto Rovati – ma nel frattempo le risorse per la lotta alla povertà devono essere sensibilmente aumentate, per passare dalla fase, insostituibile, di assistenza, quella di inclusione sociale”. “Le informazioni raccolte dalla ricerca sono ancora più drammatiche – ha aggiunto il presidente del Banco Alimentare, Andrea Giussani – per il persistente paradosso dello spreco di alimenti ancora commestibili nella filiera alimentare”. La scelta di Expo per la presentazione del report non è casuale: grazie alla collaborazione tra il Banco Alimentare, Cascina Triulza ed Expo Spa, nei primi due mesi dell’Esposizione sono stati recuperati 5mila kg di cibo, distribuiti in 250 strutture caritative milanesi convenzionate col Banco Alimentare, che assistono oltre 54mila persone. Alla conferenza stampa è intervenuto in collegamento anche il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, che si è detto “orgoglioso” del lavoro svolto finora: “Abbiamo portato a 100mila tonnellate il cibo distribuito quest’anno con il nostro programma di aiuti. E con il Ministero del Lavoro abbiamo stanziato oltre 400 milioni di euro fino al 2020, sfruttando al meglio anche le risorse europee. Lo Stato, però, da solo non ce la fa – ha spiegato – ed è riconoscente per tutta la collaborazione della società civile.
Oggi recuperiamo 550mila tonnellate di cibo che, attraverso il lavoro delle associazioni, viene distribuito a vari enti caritativi. L’obiettivo per 2016 è arrivare a un milione.
Nell’anno di Expo, poi, dobbiamo assolutamente portare a casa la legge anti spreco”.(ANSA).