Ballet Black, mercoledì 17 a Castel Sant'Elmo.

Black_2158794bMercoledi 17 giugno ore 21,30 nella piazza d’Armi di Castel Sant’Elmo arrivano per la prima volta al Napoli Teatro Festival Italia i Ballet Black, la compagnia di danza nata nel 2001 grazie a Cassa Pancho.

Ex danzatrice e ora direttore artistico, Cassa Pancho con Ballet Black è riuscita a realizzare il suo sogno nel cassetto: portare i ballerini di colore a ballare sulle punte e creare modelli stilistici adatti a giovani danzatori di discendenza africana e asiatica.

Nel 2012 si è imposta all’attenzione della critica con il Dance Awards come miglior compagnia indipendente della Gran Bretagna. La compagnia è composta da otto danzatori internazionali di origini africane e asiatiche.

Il repertorio è molto vasto e comprende sia lavori classici sia contemporanei creati da grandi coreografi tra cui Liam Scarlett, Shobana Jeyasingh, Martin Lawrance, Will Tuckett e Richard Alston.

Ballet Black presenta uno speciale programma per il Napoli Teatro Festival Italia composto da due lavori.

In Second Coming, sulle note di una colonna sonora che spazia da Sostakovic a Tom Waits passando per Edward Elgar, il coreografo Mark Bruce ha creato un universo fantastico abitato da dei, barbari, sacrifici umani e resurrezioni: «un re comanda sul mondo che lui stesso ha creato. Nel regno sopra abitano esseri che lui ha creato a sua immagine e somiglianza, nel regno sotto vivono i selvaggi. Dal rapporto con una giovane vergine selvaggia nasce un bambino. Una volta diventato grande, il figlio del re, insieme alla sua amante, sono condannati a scendere in terra dove creeranno il loro proprio regno, da cui un giorno emergeranno per stabilire la gloria sulle cose».

Per la seconda coreografia Arthur Pita ha riletto il Sogno di una notte di mezz’estate dando vita a A Dream Within a Midsummer’s Night Dream: «Puck condurrà il pubblico in una seduttiva foresta in cui Oberon, Titania e gli amanti sono indotti a folleggiare. Da un sogno scaturisce un altro sogno dove la passione e l’amore vero fioriscono».

Massimo Cibelli